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Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

 

Che cos’è la depressione?

 

La parola ‘depressione’ deriva dal latino “deprimere”, cioè spingere o premere verso il basso. Indica un abbassamento del tono dell’umore (sentimenti di tristezza, vuoto, mancanza di speranza e progettualità), accompagnato da una serie di altri segnali: il disinteresse verso attività e piaceri quotidiani (anedonia), la mancanza di sonno (insonnia) o il suo contrario (ipersonnia), sentimenti di disgusto verso di sè (mancanza di autostima), perdita generale di energia nell’arco della giornata. Può includere la mancanza di attenzione e di capacità di concentrazione, e a volte può portare a pensieri suicidari.

 

DSM E DEPRESSIONE

 

Nel Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM-5) vengono elencati una serie di criteri diagnostici costruiti su base statistica, divisi per insiemi che costituiscono le diagnosi. Esso si basa sempre più sul presupposto secondo il quale le diagnosi psichiatriche sarebbero qualitativamente sovrapponibili a quelle mediche. Esse sarebbero riconducibili a problematiche originate da disfunzioni corporee che creerebbero le malattie mentali; tale è la giustificazione per il largo uso di psicofarmaci che ne è seguito.

 

Terapia Breve Strategica della Depressione

 

In Terapia Breve Strategica, lo studio di Emanuela Muriana (link), Laura Pattenò (link) e Tiziana Verbitz (link) ha identificato diverse tipologie di reazioni depressive, sulla base delle diverse modalità di interazione con sè stessi, con gli altri e con il mondo che ne sono alla base. Tale modello di intervento, caratterizzato come è tradizione della Terapia Breve Strategica da un alto grado di efficienza (al di sotto delle 10 sedute) e di efficacia (superiore all’80% dei casi), si è occupato di identificare i processi che costruiscono la depressione. Vediamone le diverse tipologie, ma prima un consiglio.

 

Avere una grande professionista, umana e empatica, vicina a casa quando serve è una fortuna rara. Permettetemi quindi di consigliarvi, se siete a Firenze, di contattare la

Dott.ssa Emanuela Muriana, che potete trovare ai numeri 055 242642; 055 574344, oppure tramite e-mail (emanuela.muriana@virgilio.it) o sul suo sito internet.

Se invece vi trovate a Udine o Trieste, ecco il link del sito personale della dott.ssa Verbitz. Per chi cercasse aiuto a Venezia o a Mestre, lascio il link al sito della dott.ssa Pattenò.

La Rinuncia

Secondo il modello Breve Strategico, centrale nelle problematiche depressive è la rinuncia: si profila un orizzonte in cui ogni speranza è persa perchè ogni tentativo è abbandonato, ogni azione di cambiamento soffocata sul nascere, ogni vitalità rinsecchita da un’inedia dilagante. Il dizionario italiano Sabatini-Coletti definisce la rinuncia come la

disponibilità a privarsi di qualcosa, non disgiunta però da rincrescimento.

Abbandonare un progetto, un’idea, degli oggetti….abbandonare la speranza. La rinuncia a perseguire qualcosa che si desidera in virtù di una credenza, dell’idea che ciò che vorremmo sia ormai definitivamente fuori dalla nostra portata. Nei disturbi depressivi

la rinuncia da parziale diventa globale (Muriana et al., 2006)

costante ed estesa, una nebbia grigiastra che ricopre il presente, privandolo dei suoi colori e delle sue passioni. Nel modello breve strategico la resa all’ineluttabilità dell’esistente diviene caratteristica costante dei disturbi depressivi, in cui il paziente rifiuta la possibilità di combattere per raggiungere la sua personale terra promessa e ha ormai lasciato cadere le armi, arrendendosi ad un presente sempre più appiattito su sè stesso. L’abbandono della speranza ne è la naturale conseguenza, perchè ogni speranza, nel suo attrarci verso un futuro immaginato o desiderato, comporta una attivazione, un tentativo di dare forma al proprio mondo che è il naturale opposto della rinuncia stessa.

Nel Modello sono quattro le tipologie di rinuncia depressiva individuate:

– Illuso-deluso di sè. In questa tipologia ricadono coloro che, per qualche incidente di vita o per la lettura che ne hanno dato, hanno realizzato di non essere come si immaginavano. Le capacità immaginate o percepite, i successi finora accumulati crollano rovinosamente sotto il peso di un dubbio terrorizzante: quello di non poter più contare su sè stessi. La propria fallibilità non era contemplata, come non lo era il fallimento: la scoperta del proprio errore, essendo in precedenza impensabile, lo rende quindi imperdonabile. Tale posizione inflessibile nei confronti di sè stesso trasforma l’illuso-deluso di sè nel proprio giudice più severo, e la depressione nella sua inevitabile pena.

Si parla di Illuso-deluso degli altri quando a cedere sono le aspettative sugli altri e la delusione, con il suo seguito di disperazione e amarezza, prende il posto delle illusioni che l’hanno preceduta. Le persone, in precedenza meritevoli di ampia e istintiva fiducia, si sono in seguito dimostrate inadeguate al credito accordato loro. La delusione verso gli altri si struttura attorno alla sensazione, decisa e estesa, di non potersi più fidare; troppo grande è stata la differenza fra le speranze e la realtà: meglio smettere di fare affidamento, ma smantellare quella “utopia positiva” troppo a lungo coltivata non è semplice. Il conflitto è spesso tra un passato in cui era possibile credere, e un presente in cui un tradimento, vero o percepito, ha reso la fede impossibile.

– Nella categoria del Moralista ricade invece chi tende, in virtù di una visione del mondo fortemente improntata all’etica e al giudizio di valore, a pretendere che il mondo stesso corrisponda alle proprie aspettative. La delusione diventa quotidiana quando l’intero cosmo si mostra costantemente o parzialmente ingiusto, spietato o cinico; la rabbia e l’amarezza si manifestano interamente quando la persona si rende conto di essere l’unico, o uno dei pochi giusti in un universo in cui regnano gli ingiusti, i furbi, gli scorretti. Ma sono pochi i combattenti in grado di sostenere a lungo la lotta contro tutto e tutti, e la rinuncia sorge spontanea come semplice adattamento ad una realtà, la realtà della profonda e impareggiabile scorrettezza di tutto ciò che esiste.

– Con il termine Depresso Radicale ci si riferisce invece a coloro i quali sembrano, da sempre, aver fatto della rinuncia di fronte alle difficoltà della vita la propria Tentata Soluzione elettiva. Solitamente non risulta rintracciabile una data di inizio della reazione depressiva, che sembra aver accompagnato queste persone da sempre; un senso di impossibilità inaccessibilità di modi alternativi di stare al mondo li accompagna, insieme allo scoramento di fronte ad ogni sfida, solitamente abbandonata senza tentare la vittoria, né la fortuna.

 

L’Intervento Breve Strategico

L’intervento Breve Strategico nei casi di depressione segue la logica del problema portato, prestando sempre grande attenzione a calzare l’intervento sul caso specifico della persona in questione. Nei casi di Illuso-deluso di sè e degli altri ci troviamo infatti nella situazione di superare la rottura della credenza nelle proprie o altrui qualità, superando di conseguenza la reazione della rinuncia. Nei casi di depressione radicale, invece, lo psicoterapeuta lavora per costruire le risorse su cui può fare affidamento il paziente, risorse mai sviluppate appieno in virtù della rinuncia reiterata e ridondante delle sfide della vita. Nel moralista, invece, target privilegiato dell’intervento terapeutico sarà il meccanismo di applicare i propri alti standard morali al mondo, anticamera privilegiata della frustrazione e della rabbia.

Nello studio citato di Muriana, Pettenò e Verbitz (2006) tale modalità di terapia breve, passata al vaglio della pratica clinica ha portato ad un radicale miglioramento o ad un completo superamento del problema in circa l’80% dei casi, confermandone l’efficacia in tempi decisamente rapidi.

 

Riferimenti Bibliografici

Muriana, E., Pettenò, L., Verbitz, T. (2006). I volti della depressione. Abbandonare il ruolo della vittima in tempi brevi. Firenze: Ponte alle Grazie.



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


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