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    Fobia delle Vertigini | Vertigine Posturale Fobica

    La vertigine posturale fobica

    L’equilibrio è una funzione corporea complessa, il cui substrato sensoriale principale è il “sistema vestibolare”, un apparato minuscolo ma decisamente funzionale candidato a rappresentare degnamente il “miracolo dell’evoluzione”, tanto appare frutto di progettazione geniale. Un complicato sistema di minuscoli ossicini recettori sensoriali e cristalli ci permette di percepire il movimento ed il senso del nostro equilibrio, di trasmetterlo al cervello ed ai muscoli, che sono così in grado di compensare le oscillazioni del corpo e dell’ambiente che ci circonda, almeno fino ad un certo punto.

    Le vertigini invece sono una perturbazione del normale funzionamento di questo intreccio di funzioni vestibolari, cerebrali e motorie, e possono essere dovute ad un insieme di fattori, di natura fisica e psicologica. Tra le prime possiamo trovare labirintiti, sindromi degenerative cerebrali o traumi fisici. Al contrario, a partire dai primi studi esplorativi degli anni ’80 ad oggi, gli studiosi hanno rilevato un particolare insieme di sintomi psicologici che hanno chiamato “Vertigine Posturale Fobica” (Any & Daniel, 2016).

    E’ caratterizzata, sullo sfondo di una modalità percettiva-reattiva prevalente fobica, da intermittenti sensazioni di perdere il controllo e l’equilibrio di sè. La sensazione di vertigine attraversa dei “picchi” che possono arrivare ad avvenire diverse volte al giorno; spesso però la persona ha una sensazione costante in instabilità che si protrae per tutto l’arco della giornata.

    Strategie fallimentari per mantenere l’equilibrio

    Le persone che soffrono di vertigini posturali fobiche attuano una serie di strategie disfunzionali per il controllo dell’equilibrio, come il fare riferimento a stimoli propriocettivi (Jacob et al., 2016) o visivi (Schniepp et al., 2014), alla sensazione della superficie su cui poggiano (Jacob et al., 1997) o tramite la coattivazione dei muscoli gravitazionali (Querner et al., 2000). Tutte queste Tentate Soluzioni Disfunzionali interferiscono con il normale utilizzo del sistema vestibolare, mantenendo la sensazione costante di perdere l’equilibrio.

    Il disturbo si impone: limitazioni e rinunce di vita

    Caratteristica di questo disturbo è la limitazione delle prospettive e delle possibilità di vita: come spesso accade nei disturbi fobici, esse ne risultano, col tempo, decisamente ridotte. Infatti le persone che soffrono di questa problematica tendono a evitare le situazioni in cui temono possano verificarsi le vertigini; ne risulta una sempre maggiore impossibilità di spostamento; molte altre attività non possono essere perseguite. Risulta sempre più difficile muoversi, fare attività fisica, persino (in alcuni casi), leggere o guardare la televisione. Come accade anche con l’agorafobia e gli attacchi di panico, l’evitamento, lungi da risolvere il problema, tende a mantenerlo e rafforzarlo, amputando però, in una sorta di tragico destino, proprio la ricchezza esistenziale che la persona vorrebbe libera dai sintomi.

    Terapia Breve Strategica

    Perturbare le Strategie disfunzionali: recuperare l’equilibrio

    La Terapia Breve Strategica basa il proprio intervento sulla Vertigine Posturale Cronica sull’analisi attenta e particolareggiata della Tentate Soluzioni adottate dalle persone che ne soffrono per mantenere l’equilibrio. Come specificato poco sopra, le modalità disfunzionali di controllare il proprio equilibrio possono interferire con il normale funzionamento del sistema vestibolare, portando a sperimentare le vertigini così dolorosamente fastidiose. Una volta identificati tali meccanismi, viene strutturato un piano di trattamento in grado di sovvertirne il funzionamento, riportando, quale sistema principe per l’equilibrio, il sistema vestibolare con le sue connessioni muscolari e cerebrali. Tale trattamento, al pari di altre problematiche ansiose (Nardone, 1995; Nardone, 2016) deve necessariamente contemplare la deviazione dell’attenzione della persona (Nardone & Balbi, 2008); è stato infatti rilevato che chi soffre di questo problema, quando ha modo di concentrarsi sul proprio equilibrio, tende a sperimentare maggiormente le vertigini. Questo porta all’apparente paradosso di riuscire a mantenere l’equilibrio in compiti apparentemente più difficili (Querner et al., 2000). In contemporanea si lavora per portare al collasso i meccanismi ansiosi fobici.

    Recuperare gli spazi di vita persi

    Altro principio cardine della Terapia Breve Strategica è l’analisi delle eccezioni (Watzlawick & Nardone, 1997), le situazioni, in altri termini, in cui il problema non sussiste. Esse forniscono utili indicazioni sulle particolarità del paziente, e aiutano a strutturare un intervento rigoroso ma personalizzato (De Shazer, 1988). In alcuni casi, i pazienti sono rimasti così colpiti e schiacciati dal disturbo da avere bisogno di essere seguiti progressivamente per impostare una quotidianeità vitale libera dal disturbo, recuperare il “terreno esistenziale” perduto, stabilire dei nuovi obiettivi e raggiungerli. Tale processo può essere portato a compimento nella fase finale del trattamento, oppure in contemporanea con la fase precedente; spesso, infatti, l’inserimento di nuove attività può portare ad un miglioramento della relazione mente/corpo, tale da permettere a quest’ultimo di sfruttare, nuovamente, le potenzialità che la natura gli ha dato.

    Bibliografia

    DANIEL, D. A. (2016). Phobic postural vertigo. Ovidius University Annals, Series Physical Education & Sport/Science, Movement & Health, 16(1).

    De Shazer, S. (1988). Clues: investigating solutions in brief therapy. New York: Norton.

    Huppert, D., Strupp, M., Rettinger, N., Hecht, J., & Brandt, T. (2005). Phobic postural vertigo. Journal of neurology, 252(5), 564-569.

    Jacob, R. G., Furman, J. M., Durrant, J. D., & Turner, S. M. (1997). Surface dependence: a balance control strategy in panic disorder with agoraphobia. Psychosomatic Medicine, 59(3), 323-330.

    Jacob, R. G., Redfern, M. S., & Furman, J. M. (2009). Space and motion discomfort and abnormal balance control in patients with anxiety disorders. Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry, 80(1), 74-78.

    Kapfhammer, H. P., Mayer, C., Hock, U., Huppert, D., Dieterich, M., & Brandt, T. H. (1997). Course of illness in phobic postural vertigo. Acta neurologica scandinavica, 95(1), 23-28.

    Nardone, G. & Balbi, E. (2008). Solcare il mare all’insaputa del cielo. Lezioni sul cambiamento terapeutico. Firenze: Ponte alle Grazie.

    Nardone, G. (1995). Paura, panico, fobie. La terapia in tempi brevi. Firenze: Ponte alle Grazie.

    Nardone, G. (2016). La terapia degli attacchi di panico: liberi per sempre dalla paura patologica. Firenze: Ponte alle Grazie.

    Querner, V., Krafczyk, S., Dieterich, M., & Brandt, T. (2000). Patients with somatoform phobic postural vertigo: the more difficult the balance task, the better the balance performance. Neuroscience letters, 285(1), 21-24.

    Schniepp, R., Wuehr, M., Huth, S., Pradhan, C., Brandt, T., & Jahn, K. (2014). Gait characteristics of patients with phobic postural vertigo: effects of fear of falling, attention, and visual input. Journal of neurology, 261(4), 738-746.

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