Image

Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

“Il lutto è una malattia?” Il titolo non è mio: l’ho rubato ad un articolo del 1960 di George Engel. Scritto molto bene, espone fin dalle prime righe il problema, che è concettualmente centrale, perchè si spinge su quel confine, contestato e contrastato, che separa la normalità dalla patologia.

Insomma, ragiona l’autore, se ci esponessimo senza protezione, e per molte ore, alle radiazioni solari estive ci ustioneremmo: l’ustione, patologia della pelle, diviene normale nelle giuste circostanze (o in quelle sbagliate). Il lutto, prosegue, sembrerebbe un fenomeno simile, dato che le reazioni ad esso sono spesso descritte da chi le vive come depressione, ansia o angoscia: patologie, ma anche normali risposte ad un evento stressante.

Quindi, seguendo testualmente il suo ragionamento [1], il lutto è una malattia. Lo studioso assunse questa posizione, riteniamo, genuinamente preoccupato di potersi prendere cura al meglio dei suoi pazienti, senza correre il rischio di vedere squalificata come “insignificante” o “transitoria” una condizione potenzialmente rischiosa, e certamente tormentata. Quasi 60 anni dopo, abbiamo però dei dubbi sugli effetti di questo tentativo, per quanto condotto in buona fede: il suo punto di vista si è infatti dimostrato predominante e ha vinto la scommessa scientifico-culturale. Al punto che le persone che soffrono rischiano di vedersi, troppo spesso, offerte compensazioni chimiche, come se la desolazione del distacco fosse frutto di scompensi cerebrali (Kleinman, 2012). Al punto che è diventato necessario assumersi l’onere di spiegare, come fosse una novità, che non tutti i lutti sono patologici, che alcuni sono normali; ci sono dolori sacri, che perfino i professionisti della psiche, anche se obesi di teorie e pasticche, dovrebbero imparare a rispettare (Zisook e Hear, 2009).

Tutta la questione sembra ricordarci che malattia e salute sono solo categorie linguistiche, concetti che possono essere utili in certe circostanze, e non in altre (Glaserfeld, 1991). Troviamo però, data la recente (degli ultimi decenni) progressiva e costante sanitarizzazione dell’umano, che recuperare un processo “naturale” del lutto, della cui dimenticanza ci ricorda la ritualizzazione della perdita nelle società tradizionali, possa essere un utile bilanciamento a certe patologizzazioni selvagge (Cagnoni e Milanese, 2009). Forse, più che fornire “cure” a vere o presunte patologie, in casi simili il professionista deve puntare a recuperare l’umanità che la sofferenza, quanto certe teorie, può mettere a repentaglio.

E affermare, con un po’ di enfasi, che essere umani non è patologia; semmai lo è cercare di non esserlo.

[1] Diversi anni dopo, infatti, Engel ha dichiarato che il suo intento, nello scrivere l’articolo, era quello di discutere provocatoriamente il concetto di malattia, piuttosto che la natura del lutto. Il tentativo, per sua stessa ammissione, ha mancato il bersaglio (Strobe, 2015).

Bibliografia

Cagnoni, F., & Milanese, R. (2009). Cambiare il passato: Superare le esperienze traumatiche con la Terapia strategica. Milano: Ponte alle Grazie.

Engel, G. L. (1961). Is grief a disease?. Psychosomatic medicine.

Glaserfeld, E. (1991). Radical Constructivism: a way of knowing and learning.

Kleinman, A. (2012). Culture, bereavement, and psychiatry. The Lancet, 379(9816), 608-609.

Strobe, M. S. (2015). “Is grief a disease?” Why Engel posed the question. Omega – Journal of Death and Dying. 0 (0), 1-8.

Zisook, S., & Shear, K. (2009). Grief and bereavement: what psychiatrists need to know. World Psychiatry(2), 67-74.



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


    Lascia il tuo contatto


    Sarai richiamato