Cardiofobia: caratteristiche
Si parla di cardiofobia quando è presente un terrore totalizzante di morire, fulmineamente e in modo imprevisto, di un attacco cardiaco o di un ictus. Si tratta di una forma particolare di fobia delle malattie (patofobia), focalizzata sulle sensazioni derivanti dal cuore e dal battito cardiaco: il tentativo di controllare i battiti provoca circolarmente un aumento della reazione paurosa e dell’ansia. La persona manifesta, in seguito a tali palpitazioni, una paura acuta, il timore di essere letalmente colta di sorpresa dal problema o malfunzionamento del cuore. Ci si sente quindi come se si stesse costantemente in equilibrio su una corda tesa sull’abisso: pronti, in qualsiasi momento e senza preavviso, a cadere e scomparire.
Le Tentate Soluzioni della Cardiofobia
Tipicamente le persone che soffrono di questa problematica, temendo di essere in pericolo di vita, utilizzano alcune Tentate Soluzioni Disfunzionali che portano al peggioramento del problema. Da un lato, l’evitamento di ogni sforzo fisico, nel tentativo di contenere eventuali rischi cardiaci provoca una progressiva e sofferta contrizione del proprio panorama esistenziale: molte attività, interessi e relazioni ne sono influenzati al ribasso, abbandonati per il loro (presunto) conflitto con il bisogno di sicurezza. Dall’altro, una attenzione costantemente focalizzata sul cuore e sui suoi segnali dipinge ogni conversazione di un unico, onnipresente colore: quello sfocato e angosciato della ricerca di rassicurazioni. Andando, inutile a dirsi, a colorare ogni ora del giorno della preoccupazione ossessiva per il proprio cuore. Ma la reazione che più di tutte influenza direttamente la risposta tachicardica è quella del controllo: quello diagnostico (mi ascolto per accorgermi dei segnali prodromici dell’attacco) e quello delle proprie reazioni (mi sforzo di calmarmi), tipico di chi finisce per ottenere la risposta opposta a quella desiderata in una spirale ansiosa che mantiene sé stessa.
Terapia Breve Strategica della Cardiofobia
La Terapia Breve Strategica si basa sul presupposto che ogni intervento debba innanzitutto essere focalizzato all’interruzione dei meccanismi che mantengono un problema, quelle Tentate Soluzioni che rispondono, come abbiamo detto, agli imperativi di evitare, rassicurarsi e controllare. Il protocollo utilizzato nei casi di Cardiofobia, utilizzato anche in ambito ospedaliero (Pietrabissa e altri, 2020), risponde ad esigenze di efficacia ed efficienza (Bartoletti e Nardone, 2018), in linea con le più recenti evoluzioni dello studio delle interazioni mente/corpo (Zacchetti e Castelnuovo, 2014).
Si tratta di un insieme di tecniche che consistono, oltre al colloquio, in prescrizioni terapeutiche specifiche, che il paziente dovrà andare a svolgere al di fuori della seduta, con l’obiettivo di cortocircuitare il circuito disfunzionale in tempi brevi (massimo 10 sedute). In seguito si provvederà inoltre a recuperare, insieme al paziente, gli spazi di vita perduti durante la ricerca di una paradossale sicurezza.
Riferimenti Bibliografici
Bartoletti, A., Nardone, G. (2018). La paura delle malattie. Psicoterapia Breve Strategica dell’Ipocondria. Firenze: Ponte alle Grazie.
Pietrabissa, G., Rozzoni, F., Liguori, F., Cerruto, A., Giusti, E. M., Malfatto, G., … & Castelnuovo, G. (2020). The Brief Strategic Treatment of Cardiophobia: A Clinical Case Study. Journal of Contemporary Psychotherapy, 1-9.
Zacchetti, E., & Castelnuovo, G. (2014). Clinica psicologica in psicosomatica. Medicina e psicologia clinica fra corpo e mente. Milano: Franco Angeli
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