L’esperienza clinica e la ricerca mostrano che la presenza di ansia sociale (cioè della sensazione di essere inadeguati e fuori luogo nelle situazioni sociali, che solitamente provoca anche forti sensazioni di disagio e persino paura in chi ne soffre) può costituire un potente predittore dell’abuso di sostanze, ed in particolare della cocaina (ma anche, e molto spesso, di alcool o marijuana). Quest’ultima infatti, si fa foriera di sensazioni di onnipotenza e di esaltazione, la parola pare fluida, la persona sente di trovare la cosa giusta da dire al momento giusto, si senta simpatica, brillante, al centro della scena.
Nello studio di Buckner e colleghi, le variabili che possono spingere una persona con problemi di ansia sociale nelle braccia delle sostanze sono molteplici: il tentativo di abbassare il livello di attivazione psico-fisiologica (ansia), di migliorare il proprio umore, di superare l’evitamento delle temute situazioni sociali, ma anche di superare la paura del giudizio degli altri oppure di superare deficit relazionali, reali o percepiti.
Lo studio di Blanco e colleghi (2018), a sua volta, mostra come le persone con ansia sociale siano a maggiore rischio di fare uso di cannabis, a sua volta un predittore del futuro uso di cocaina.
Possiamo quindi affermare che questa droga è una delle sostanze alle quali può approdare chi, alla ricerca di una automedicazione della propria ansia sociale, trova in esse una apparentemente efficace, e quindi pericolosissima Tentata Soluzione. Pericolosissima perché, se da un lato l’illusione chimicamente costruita può sembrare splendida e multicolore come nel caso della cocaina, dall’altro lega a sé il cambiamento di una percezione di inadeguatezza destinata a ripresentarsi in sua assenza. Con una ulteriore complicazione: la percezione di essere magnifici e brillanti che regala stabilisce uno standard, che mai potrà essere eguagliato, persino dopo che l’abuso sia stato definitivamente abbandonato. E così, la terapia dei pazienti ansiosi sociali che in passato hanno fatto uso di questa pericolosissima sostanza, si svolgerà in mezzo a resistenze e ostacoli maggiori: mantenerne la distanza, ma anche tollerare che la percezione di sé della quale si va in cerca non esiste se non in un mondo artificiale, nel quale i neuroni percepiscono soprattutto la droga, o la realtà alterata che essa riesce a costruire.
Riferimenti bibliografici
Blanco, C., Flórez‐Salamanca, L., Secades‐Villa, R., Wang, S., & Hasin, D. S. (2018). Predictors of initiation of nicotine, alcohol, cannabis, and cocaine use: Results of the National Epidemiologic Survey on Alcohol and Related Conditions (NESARC). The American journal on addictions, 27(6), 477-484.
Buckner, J. D., Heimberg, R. G., Ecker, A. H., & Vinci, C. (2013). A biopsychosocial model of social anxiety and substance use. Depression and anxiety, 30(3), 276-284.
Myrick, H., & Brady, K. T. (1997). Social phobia in cocaine-dependent individuals. American Journal on Addictions, 6(2), 99-104.
Articoli Recenti
Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)