Man mano che l’epidemia è avanzata molti psicologi, anche coloro che non avevano mai sperimentato la terapia via internet prima, hanno cominciato a spostare i loro colloqui in forma telematica.

Si tratta della branca psicologica della telemedicina, cioè l’utilizzo degli strumenti della rete per fare diagnosi e prescrizioni in tutti gli ambiti sanitari. In questo la terapia psicologica non fa eccezione, anche se ci sono degli aspetti che rendono differente la terapia online da quella dal vivo, modificandone la processualità e gli effetti.

Bisogna però dire che durante la quarantena la terapia online diventa uno strumento fondamentale. In parte per coloro che già in precedenza avevano scarsi contatti sociali; gli effetti psicologici della quarantena saranno ancora più pesanti per le persone che già prima erano sole e isolate, se non sono messe nelle condizioni di compensare l’assenza di contatti sociali con relazioni tramite la rete internet (Pancani e colleghi, 2020). Gli studiosi hanno chiamato bisogno di appartenenza (Baumeister e Leary, 1995) la spinta, profondamente radicata in noi, alla ricerca di relazioni e appartenenze che quotidianamente ci restituiscano la percezione di noi stessi, per differenze o somiglianze. Come persone e professionisti dobbiamo ricordarci di coltivare le nostre appartenenze anche durante la quarantena e più avanti ancora, quando saranno ancora in auge le regole di distanziamento sociale.

In secondo luogo rileviamo come sia difficile in questa situazione così eccezionale rimanere legati a direttive di setting (quell’insieme cioè di condizioni che normalmente permettono il colloquio terapeutico) che non possono essere mantenute. Per alcuni infatti potrebbe risultare impossibile avere la privacy necessaria ad una telefonata di emergenza o a una videochiamata, e risulta quindi fondamentale trovare modi alternativi di dimostrare vicinanza umana ai nostri pazienti. WhatsApp, SMS e persino e-mail possono essere degli strumenti utili per mantenere il contatto con le persone che seguiamo (Liu e colleghi, 2020), anche se utilizzarle come veri e propri strumenti terapeutici risulta difficile, nonostante sia stato proposto (Xiao, 2020). Per questo, pensiamo sia meglio fissare una videochiamata, nei modi e tempi possibili per il paziente, cercando di darsi disponibili in tutti i modi!

In alcune situazioni, la possibilità di attivare un professionista competente può essere determinante per affrontare al meglio una situazione in veloce trasformazione. Pensiamo ad esempio a coloro che scoprono di risultare positivi al virus: spesso la reazione è di intensa angoscia, seguita a corta distanza dalla paura di avere contagiato i propri cari, mettendoli quindi in pericolo (Xiang e altri, 2020). Tale risposta psicologica risulta amplificata nei soggetti che sviluppano la polmonite da covid-19, e può colpire i sanitari che lavorano in prima linea, già provati dalla dura e intensa turnazione in ospedale.

Inoltre le persone che soffrivano già in precedenza di problematiche depressive potrebbero incontrare grosse difficoltà ad affrontare la quarantena e l’angoscia per il futuro, anche lavorativo: per loro, devono essere disponibili tutte le modalità sopra indicate, particolarmente necessarie per superare una fase in cui l’angoscia può essere solo gestita giorno dopo giorno e mai completamente sorpassata, dato l’eterno presente in cui la quarantena stessa ci costringe, almeno fino a quando la ormai famosa “fase 1” non si sia conclusa.

In definitiva, la possibilità di accedere alla terapia online dovrebbe essere più ampia possibile, dal momento che la platea delle persone che potrebbero beneficiarne è molto estesa. Dovrebbe anche essere flessibile, per essere accessibile a tutti coloro che potrebbero averne bisogno. Dovrebbe essere umana; basata sulla semplice constatazione che, in questo momento storico, ciò che fa soffrire ci accomuna.

Riferimenti bibliografici

Baumeister, R. F., & Leary, M. R. (1995). The need to belong: desire for interpersonal attachments as a fundamental human motivation. Psychological bulletin, 117(3), 497.

Duan, L., & Zhu, G. (2020). Psychological interventions for people affected by the COVID-19 epidemic. The Lancet Psychiatry, 7(4), 300-302.

Liu, S., Yang, L., Zhang, C., Xiang, Y. T., Liu, Z., Hu, S., & Zhang, B. (2020). Online mental health services in China during the COVID-19 outbreak. The Lancet Psychiatry, 7(4), e17-e18.

Pancani, L., Marinucci, M., Aureli, N., & Riva, P. (2020). Forced social isolation and mental health: A study on 1006 Italians under COVID-19 quarantine.

Xiang, Y. T., Yang, Y., Li, W., Zhang, L., Zhang, Q., Cheung, T., & Ng, C. H. (2020). Timely mental health care for the 2019 novel coronavirus outbreak is urgently needed. The Lancet Psychiatry, 7(3), 228-229.

Xiao, C. (2020). A Novel Approach of Consultation on 2019 Novel Coronavirus (COVID-19)-Related Psychological and Mental Problems: Structured Letter Therapy. Psychiatry investigation, 17(2), 175.

https://www.iss.it/documents/20126/0/Rapporto+ISS+COVID-19+n.+12+telemedicina.pdf/37b4b856-603a-76c1-1b85-5ff9c662bbbb?t=1586860608120