Psicologo Firenze e Parma » Disturbi dello Sviluppo
Siamo contrari all’utilizzo della terminologia medica (Disturbo) in età dello sviluppo: consideriamo infatti che il bambino/a sviluppi comportamenti problematici nel momento in cui interagisce con l’ambiente circostante. Preferiamo quindi parlare di ‘problemi’, cioè di sequenze di comportamenti e di emozioni che possono essere modificati e abbandonati. In quest’ottica, solitamente l’approccio prevede incontri con i soli genitori; infatti il bambino/a, anche in tenera età, quando viene portato dal ‘dottore’, percepisce anche se in modo confuso, di avere qualcosa di ‘diverso’ o di ‘sbagliato’ rispetto agli altri bambini (che non ci vanno). Tale forma di etichettamento non aiuta il bambino/a, la famiglia, ma neanche il professionista.
Nell’Approccio Breve Strategico quest’ultimo agisce invece tramite i genitori, rendendoli ‘co-terapeuti’ del suo intervento (vedi articolo); la coppia genitoriale acquisisce così in prima persona gli strumenti di gestione del figlio/a, che potranno in seguito replicare autonomamente.
Tale forma di Terapia Indiretta ha mostrato un alto grado di efficacia ed efficenza nel risolvere i problemi inerenti allo sviluppo, ampiamente divulgata nelle pubblicazioni specialistiche.
— Dott. Giacomo Crivellaro
Psicologo Psicoterapeuta
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Chiedi un colloquio, per parlare del tuo problema, delle tue sensazioni, dubbi o paure. Alla fine del colloquio potrai ricevere una definizione del problema e inizierai già a ricevere le prime, fondamentali, indicazioni terapeutiche o educative.
Si parla di Mutismo Elettivo in quelle situazioni in cui il bambino rifiuta di parlare in determinate circostanze sociali, chiudendosi in un silenzio imbarazzato. Il bambino in questione ha sviluppato le normali capacità di linguaggio tipiche della sua età; ciònonostante in alcune situazioni sociali si esprime tramite i gesti o tramite suoni monotoni o, ancora, a monosillabi. Spesso il bambino sperimenta una particolare ansia all’interno delle relazioni con gli altri, e un particolare attaccamento alle figure genitoriali.
Si tratta di un problema molto comune nell’infanzia che consiste in una paura marcata e persistente che si manifesta al momento di recarsi a scuola. Spesso si accompagna a dolori somatici di vario genere, come nausea, mal di stomaco, mal di testa, dolori addominali; questi ultimi, però, spesso scompaiono non appena viene presa la decisione di non mandare il bambino/a a scuola. Può essere accompagnata da una particolare relazione di attaccamento nei confronti delle figure genitoriali oppure a particolari problemi relazionali che il piccolo/a studente incontra nella sede scolastica. Leggi: Terapia Breve Strategica della Fobia Scolare.
Si parla di Enuresi per riferirsi alla emissione di urine, da parte del bambino/a o del ragazzino/a durante il giorno o durante la notte; come si può immaginare l’emuresi causa un significativo disagio sia nel piccolo ‘incontinente’ sia nei genitori, spesso costretti a faticose veglie notturne per il ricambio di lenzuola e pigiami. Sporadici eventi enuretici possono però manifestarsi nel corso dello sviluppo; la loro ripetizione però può costituire un campanello d’allarme, e richiedere, soprattutto qualora gli usuali interventi educativi in famiglia non abbiano dato risultati, a richiedere la consulenza dello Psicologo.
Si manifestano comportamenti di rifiuto reiterato dell’autorità genitoriale o degli adulti in generale (opposizioni) e comportamenti di sfida aperta o mirati manifestamente a far perdere il controllo all’adulto (provocazioni) con cui il ragazzino/a si sta relazionando. Naturalmente questo problema mette a dura prova pazienza e calma dei genitori a casa, e degli insegnanti a scuola, creando parecchi problemi a cascata, a livello di apprendimento e di interazione sociale. Spesso è legato a difficoltà, da parte dei genitori, a ‘tarare’ uno stile genitoriale e a tenere una disciplina coerente, oppure, a modalità disfunzionali ma efficaci, da parte del ragazzino, di attirare le attenzioni del mondo degli adulti.
LEGGI ANCHE:
Terapia Breve Strategica del Disturbo Oppositivo-Provocatorio
Bambini e ragazzini di ogni età sviluppano naturalmente una moltitudine di paure, alcune legate alla peculiare modalità magico/fantastica di percepire e reagire al mondo, che è tipica di certe fasi dello sviluppo; in questi casi le risorse psicologiche del bambino/a si attivano spontaneamente, e solitamente sono in grado di superare il meccanismo della paura senza alcun intervento esterno. In altri casi, però, una paura può diventare così soverchiante da costituirsi come una vera e propria fobia, in grado di disturbare lo svolgersi delle normali attività quotidiane. La costanza e la ripetizione di certi comportamenti paurosi, come anche l’evitamento o la rinuncia ad altrimenti normali attività quodiane costituiscono dei campanelli d’allarme.
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