Terapia Breve Strategica | Disturbo Impulsivo Provocatorio | Firenze, Parma Montevarchi (Valdarno)
Cos’è il Disturbo Oppositivo-Provocatorio
Per disturbo oppositivo-provocatorio si intende un insieme di comportamenti e di reazioni emotive che comprendono una certa suscettibilità alla sfida, alla rabbia ed alla noia, dando luogo a problemi specialmente in ambito scolastico.
Secondo il DSM, si parla di Disturbo Oppositivo-Provocatorio nel momento in cui sarebbero riscontrabili nel bambino livelli inappropriati di distraibilità, impulsività e iperattività. Tali comportamenti sono osservabili a scuola, a casa o in altre situazioni sociali (non necessariamente in tutt’e tre contemporaneamente).
In classe si osserva una incapacità ad applicarsi ai propri compiti, ad organizzarsi ed a completare il lavoro oppure a seguire le richieste dell’insegnante. La sensazione è che il giovane studente non abbia sentito o ascoltato ciò che gli è stato detto.
Per quanto riguarda l’impulsività, si manifesta nella difficoltà a rispettare i ‘confini’ dei diversi momenti della giornata: l’alunno continua ad interrompere l’insegnante durante la lezione, gioca o distrae i compagni oppure parla con loro anche quando il resto della classe è in silenzio. Con i compagni, tende a interromperli quando parlano, non riesce ad aspettare il proprio turno di gioco, afferra gli oggetti che gli altri stanno utilizzando, e compie azioni potenzialmente pericolose senza considerare le conseguenze.
La componente “iperattiva” del disturbo si manifesta nell’incapacità di stare fermo o seduto, saltellare e contorcersi più spesso della norma, l’impegno in attività che comportano un grande movimento fisico o rumorose.
Le Tentate Soluzioni del Disturbo Oppositivo-Provocatorio
In famiglia come a scuola, le interazioni vertono su richieste dirette o indirette di cessazione del comportamento ritenuto problematico. Solitamente la prima strada tentata è il confronto verbale, attraverso il quale spiegare al bambino i motivi per evitare determinate azioni. In seguito si passa ai richiami verbali e ai rimproveri, che crescono progressivamente di intensità senza peraltro riuscire ad ottenere alcuna cessazione del comportamento disturbante. A volte, il bambino viene coinvolto in speciali attività dedicate solo a lui, oppure si cerca ignorarlo durante le sue “performance”. Quest’ultima strategia risulta però difficile da mantenere: se a volte l’educatore vi può riuscire, in altri casi soccombe alla rabbia, finendo per rafforzare ulteriormente il disturbo del piccolo. In ultimo, si può verificare quella che chiamiamo “creazione del caso”: si cercano (e quasi certamente trovano) figure esterne al contesto scolastico o familiare, esperte in psicodiagnosi e patologie neuropsichiatriche, che concludono la patologizzazione del bambino, tramite la sanitarizzazione di un problema educativo.
Risolvere il Disturbo Oppositivo-Provocatorio con la Terapia Breve Strategica
La Terapia Breve Strategica si è specializzata in interventi che sfruttano le caratteristiche di un comportamento, riuscendo a deviare la sua stessa forza contro sé stesso fino a farlo collassare. In età dello sviluppo si utilizzano quindi strategie atte a coinvolgere le figure relazionali centrali per il bambino (in questo caso scuola e famiglia), in quella che è stata denominata “terapia indiretta”: lavorare sui comportamenti del bambino agendo sulle modalità interattive ridondanti delle persone che lo circondano.
In pratica, nel caso del Disturbo Oppositivo-Provocatorio, vengono coinvolti genitori ed insegnanti nel processo terapeutico, invertendo le modalità interattive che si sono dimostrate fallimentari e rafforzando quelle che invece avevano dimostrato la loro efficacia. In questo modo, si riescono ad ottenere iniziali ma significativi cambiamenti nell’arco delle prime due/tre sedute, fino a giungere al completo superamento del problema.