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Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

C’è chi sostiene la tesi che, in fondo, siamo tutti un po’ psicologi.

Dopotutto abbiamo tutti una psiche, e la osserviamo (eccome!) giorno dopo giorno, ora dopo ora; a volte persino troppo, se è vero che, vivendo nell’epoca del ragionamento, siamo convinti che nel suo tramite possiamo risolvere i problemi che la vita, con quel suo fare un po’ sarcastico, non smette di porci davanti agli occhi.

Non ci tiriamo però indietro dal fare anche gli psicoterapeuti, coloro cioè che, animati dalle migliori intenzioni, cercano, si sforzano, si impegnano a cercare di risolvere i problemi delle persone attorno a loroAnche quando si tratta di patologie importanti, di quelle che possono rovinare la vita, di quelle che se sono gravi inquinano ogni istante con mefitica costanza.

Una su tutte il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. A dimostrazione del fatto che quando scimmiottiamo gli americani diventiamo ridicoli, qualcuno lo chiama con un acronimo che suona incredibilmente beffardo: DOC, ovvero Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Le persone che ne soffrono si trovano ad essere costantemente in balìa di pensieri che non vorrebbero (le ossessioni), che li spingono a fare cose che non vorrebbero fare (le compulsioni). Cioè delle azioni ritualizzate che servono a evitare che accada qualcosa che fa paura, o che succeda qualcosa che invece desidererebbero.

Chi è abbastanza sfortunato da trovarsi a vivere questo disturbo, di norma lo vede aumentare: all’inizio i rituali sono pochi, e solo la persona (o pochi intimi) sa della loro esistenza. Ma pian piano, ecco che si espande come l’olio su una padella rovente, mangiandosi minuti, ore e giornate di vita come cioccolatini a Pasqua.

Ed è allora che tutti si attivano, cercano di aiutare. Purtroppo però, anche concesso che siamo tutti psicologi, molti di noi sono anche molto ingenui. E pensano che dare ad una persona consigli basati sul buon senso, lo stesso che nonne e prozii rispolverano ad ogni pranzo di Natale, possa aiutarla davvero a superare un disturbo così complesso. Eccone una lista: inutile dire che è meglio evitarli come la peste, perchè fanno sentire ancora più inadeguati, inascoltati e soli.

 

Leggi anche: Terapia Breve Strategica del Disturbo Ossessivo-Compulsivo

 

1) Non ci pensare!

Alla base di questo invito c’è l’idea che le persone abbiano sempre la possibilità di controllare il loro pensiero è una costante nei punti che seguiranno. Dobbiamo invece considerare che la nostra mente, ribelle di natura, tende a portarci nei luoghi in cui preferiamo non andare; e più ci sforziamo di starne alla larga, maggiore l’attrazione che esercitano. E poi: se fossero controllabili non si chiamerebbero ossessioni, no?

 

2) Concentrati su qualcos’altro

E’ un corollario del punto 1). A rendere più irreale la situazione, l’invito a pensare ad altro spesso è seguito da vari tentativi di distrazione, più o meno barocchi. Un po’ come si fa con i bambini piccoli quando cominciano a fare i capricci, avete presente? “Uuh, guarda che bel gioco!” Mortificante, oltre che inutile.

 

3) Goditi il momento presente

Non so se siamo davvero tutti psicologi, ma negli ultimi anni mi sembra che tutti cerchino di essere un po’ coach. E allora eccoci a parlare di come uscire dalla nostra comfort zone, di quanto dovremmo motivarci, di quanto spesso sia importante riuscire a lasciar andare, go with the flow, oppure godersi il momento presente. Come sopra, invito impossibile, ed il classico paradosso del “sii spontaneo”: ingiungersi con la volontà una reazione che può realizzarsi solo spontaneamente. Chi è intrappolato nelle sue ossessioni, infatti, per definizione non riesce ad uscirne; il presente è quindi lontano, oltre la patina onnipresente dei pensieri intrusivi.

 

4) Prova a trattenerti

…il “sii spontaneo” sulle compulsioni. E’ l’invito a sforzarsi di non fare qualcosa che non si riesce a evitare di fare. Nonostante sia espresso in buona fede e con le migliori intenzioni, è anche la somma squalifica della natura compulsiva del disturbo, che viene ridefinito come volontario e intenzionale. Infatti, se chiunque potesse trattenersi dalle azioni compulsive non esisterebbe alcun disturbo di cui parlare.

 

Ce ne sarebbero degli altri, ne siamo sicuri – anzi, perchè non me li fate sapere? Tuttavia, speriamo di aver dato, ad uso e consumo di chi vuole trovare il modo ottimale di stare a fianco di chi ne soffre, una panoramica delle cose da non dire in caso di disturbo ossessivo-compulsivo.

Ci sentiamo anche di fare una precisazione. Anche se ho cercato di dare un tono un po’ ironico al mio post, il disturbo in questione non è da prendere alla leggera. Merita una psicoterapia adeguata: invitiamo quindi ad evitare il self help, che ora va tanto di moda, perchè come spiega in questo video Paul Watzlawick, per introdurre un cambiamento in certi sistemi umani è necessario un intervento esterno al sistema stesso.

 



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


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