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Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

 

Qualche definizione…

 

La parola “ansia” negli ultimi anni è diventata talmente comune da allargare il suo utilizzo fino ad indicare potenzialmente qualsiasi situazione di tensione, di paura, o di incertezza. Allo stesso tempo, la parola “attacco di panico” è stata utilizzata per descrivere una varietà di reazioni diverse, dalla crisi d’ansia acuta, alla crisi d’ansia leggera o passeggera, all’attacco di panico, alla crisi d’angoscia di lunga durata, notturna o diurna.

Ma, siccome i modelli (anche linguistici) che utilizziamo ci modellano, sarà forse utile fare un po’ di chiarezza sul diverso significato dei termini, che rispondono a descrizioni di fenomeni diversi, che necessitano di interventi diversi.

 

Paura 

La paura è l’emozione associata ad un pericolo (che sia solo percepito o reale non fa differenza), ed è costituita da una serie di sensazioni propriocettive (aumento del respiro con conseguente ossigenazione del sangue, conduttività elettrica della pelle, sudorazione, ecc.) e di reazioni comportamentali (ad esempio, le reazioni di attacco/fuga/congelamento).

 

Ansia 

Con la parola “ansia” tradizionalmente ci si riferisce ai correlati fisiologici della paura; essa provoca, infatti, specifiche risposte corporee e cerebrali (Vedi Bear et al., 1999). Come fa notare Nardone (2016), mettere in primo piano la parola “ansia” anche all’interno dei sistemi di classificazione nosografica (APA, 2013), però, rovescia l’origine dei disturbi legati alla paura: è quest’ultima, infatti, a costituire l’origine delle risposte ansiose, e non il contrario.

 

Crisi d’ansia acuta

Si parla di “crisi acuta” per distinguerla dall’ansia generalizzata, che ha altre caratteristiche, è più spalmata nel tempo e non ha il “picco” isolato, ma una sorta di substrato di attivazione neurovegetativa. Al contrario, la crisi d’ansia acuta è costituita da un incrementarsi repentino delle sensazioni paurose: ha una durata variabile (da pochi minuti a intere mezze giornate), e può, oppure no, portare ad un attacco di panico (Rampin, 2010).

 

Crisi d’angoscia

L’angoscia è la sensazione opprimente che qualcosa di tremendo stia per accadere: mentre la paura è un’emozione più chiara e focalizzata, per quanto tremenda, l’angoscia è pennellata di un senso di incertezza e ubiquità, legato alla sensazione che ci sia qualcosa di cui aver paura, che potrebbe essere qualsiasi cosa, e che potremmo scoprirlo da un momento all’altro. Quando un oggetto pauroso viene infine scoperto, tale momento può essere persino vissuto con sollievo dalla persona angosciata, perchè almeno ora sa cosa temere. Non è un caso che l’angoscia sia l’emozione prevalente dei quadri diagnostici paranoidei, anche se può verificarsi in molte altre situazioni; si manifesta tipicamente con un senso di oppressione al petto, come se vi fosse un masso appoggiato sopra (Nardone, 2016).

 

Attacco di Panico

Sia le crisi d’angoscia che le crisi d’ansia possono sfociare drammaticamente in un attacco di panico; esso si viene a sviluppare dal tentativo di controllare le reazioni spiacevoli che si stanno sperimentando. La risposta repressiva nei loro confronti le alimenta, costruendo la spirale ascendente del panico. Con le parole di Nardone (1990)

Se la persona comincia ad ascoltare il proprio battito cardiaco con la paura che questo si alteri, la profezia puntualmente si realizza, ed il ritmo cardiaco si altera effettivamente. Lo stesso vale per altre funzioni organiche spontanee che sotto il forzato controllo razionale, vengono ad essere inibite o alterate. Il tentativo, quindi, di controllare le minacciose reazioni organiche finisce per provocarle.

Solitamente dura pochi minuti: la crisi, tremenda, assume le proporzioni di una tempesta emotiva e fisica che lascia la persona provata e stanca esausta. I sintomi sono quelli di una crisi d’ansia, ma esasperati al parossismo; la persona prova reale terrore di morire o di perdere il controllo.

 

Leggi anche:

 

 

Bibliografia

Americal Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders. 

Bear, M. F., Connors, B. W., Paradiso, M. A. (1999). Neuroscienze. Esplorando il cervello. Milano: Masson.

Nardone, G. (1990). Paura, panico, fobie. La terapia in tempi brevi. Firenze: Ponte alle Grazie.

Nardone, G. (2016). La terapia degli attacchi di panico. Firenze: Ponte alle Grazie.

Rampin, M., Anconelli, L. (2010). Gestire la crisi. Tecniche psicologiche e comunicative in emergenza. Milano: Edizioni Libreria Militare.



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


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