Come ci spiega Roberta Milanese nel suo libro “Rabbia: un’emozione da addomesticare (e cavalcare)”, forse poche emozioni come la rabbia hanno la capacità di mobilitare tanto velocemente le energie e i tempi di reazione delle persone. La rabbia fa sentire più forti di quanto non si sia realmente e fornisce la possibilità di sentirsi in grado di reagire a situazioni che minacciano di imporre congelamento e immobilità, come la paura e il dolore.
Ci permette di trovare le forze di contrastare le minacce, di ribellarci all’impotenza, di moltiplicare (almeno temporaneamente) le forze del corpo e dello spirito: in altre parole, come altre reazioni in seguito vituperate e rifiutate, culturalmente e socialmente, occupa un suo posto preciso nell’evoluzione, fornendoci risorse che nella nostra storia evolutiva sono state preziose.
Rabbia e sonno: la coppia che scoppia
Ma è proprio la capacità della rabbia di attivare le nostre energie – anche quelle che non sappiamo di avere – che rende la rabbia e il sonno due fenomeno antitetici come l’acqua e il fuoco: non è un caso se alcuni studi hanno rilevato, in una percentuale dei pazienti insonni, punteggi più alti di rabbia di tratto e di stato. Tradotto: non basta essere più soggetti alla rabbia per soffrire di insonnia, serve anche avere difficoltà a gestirla.
Dobbiamo anche rilevare come il trattamento si adatta alla percepita sorgente delle proprie frustrazioni:
- da un lato abbiamo chi è rimasto legato, nel pensiero e nelle sensazioni, ad eventi avvenuti nel passato. Spesso percepisce la presenza di una ingiustizia o di una prepotenza, un evento, una serie di situazioni o una persona che, dal momento passato in cui il sopruso è avvenuto, hanno condizionato negativamente la vita della persona da quel punto in avanti. Alcuni possono raccontare la presenza di un vero e proprio giro di volta, un momento in cui le cose hanno preso la direzione attuale, una situazione che diventa pietra miliare nella narrazione d ciò che è avvenuto. In questi casi la terapia deve focalizzarsi sulla possibilità di lasciare il passato alle proprie spalle, creando quindi le condizioni affinchè non possa ulteriormente influenzare il proprio presente e futuro.
- troviamo anche chi reagisce con rabbia ad una situazione del presente. Persone, conflitti sul lavoro, in casa o in famiglia, stimolano l’attivazione rabbiosa che invade le nottate. In alcuni casi la rabbia può essere attivata da qualche minaccia, reale o percepita, o dalla sensazione della propria impreparazione a fronteggiarla. E’ in questi casi che solitamente troviamo le maggiori difficoltà nel gestire la rabbia nell’interazione con gli altri e con sé stessi: la terapia si focalizza sulla canalizzazione delle emozioni disturbanti e sulla gestione delle proprie reazioni.
- In alcuni casi la rabbia e l’insonnia possono assumere la forma di un sistema circolare, un circolo vizioso che mantiene sé stesso. Capita, infatti, che l’insonnia e le sue conseguenze siano precisamente ciò che provoca lo scatenarsi della collera. In questi casi il circolo vizioso è evidente: più ci si arrabbia meno si dorme, minore il tempo del sonno maggiore la rabbia che ne segue, eccetera. In questi casi la terapia strategica procede con una sequenza di ristrutturazioni, nel dialogo terapeutico, insieme ad alcune mirate prescrizioni comportamentali atte a impedire il mantenersi di questo meccanismo circolare.
Riferimenti bibliiografici
Cagnoni, F., Milanese, R. (2012). Cambiare il passato. Superare le esperienze traumatiche con la terapia strategica. Firenze: Ponte alle Grazie.
Engin, E., Keskin, G., Dulgerler, S., & Bilge, A. (2010). Anger and alexithymic characteristics of the patients diagnosed with insomnia: a control group study. Journal of Psychiatric and Mental Health Nursing, 17(8), 692-699.
Milanese, R. (2023). Rabbia: un’emozione da addomesticare (e cavalcare). Milano: Ponte alle Grazie.
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