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Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

Il trauma psicologico può essere definito come un evento che scuote alle fondamenta l’esistenza di una persona, mettendone in pericolo, realmente (ad esempio, in un incidente aereo) o simbolicamente (ad esempio, la perdita di un posto di lavoro) la sopravvivenza della persona.

La presenza di traumi psicologici ha un certo impatto sulla qualità del sonno: uno studio (Brown e colleghi, 2015) ha rilevato che la presenza di un trauma aumenta di due o più volte le probabilità di avere problemi di insonnia, soprattutto gli eventi legati ad aggressioni fisiche o sessuali, oppure a disastri naturali.

In un’alta percentuale dei casi, tali eventi scuotono profondamente le convinzioni e le sicurezze delle persone, creando al loro posto una sorta di sensazione di pericolo onnipresente. Inoltre, tali eventi danno l’avvio ad sindrome psicologica specifica, associata a tali tipologie di problemi psicologici: il disturbo Post-traumatico da Stress (P.T.S.D.).

 

FLASHBACK NOTTURNI E INSONNIA

Nel disturbo Post-traumatico da Stress troviamo alcuni sintomi ricorrenti, associati alla mancata elaborazione ed integrazione psicologica dell’evento traumatico: tra questi i flashback, cioè una sorta di “allucinazioni lucide” in cui la persona ricorda, in modo sorprendentemente vivido, l’evento che tanta ferita ha lasciato nella sua storia. Potrebbe vedere con chiarezza alcuni dettagli dei volti, dell’ambiente circostante oppure delle conseguenze dell’evento, i rumori che ha sentito, e sperimentare nuovamente, e con forza, le sensazioni di paura e terrore che lo hanno travolto all’epoca.

Quando i flashback si manifestano durante il sonno (e capita spesso), possono costituire un potente disincentivo al sonno, fino a costituirsi come una vera e propria paura di addormentarsi, cioè naturalmente la paura di addormentarsi di sperimentare nuovamente l’evento temuto.

 

Attivazione psicofisiologica (arousal) e insonnia

Addormentarsi coincide con l’allentamento di alcune funzioni cognitive, con un progressivo stato di rilassamento che si evolve successivamente nel sonno. Questo processo può essere pesantemente influenzato dai traumi e dai cosiddetti “eventi avversi infantili” (in inglese ACE, adverse childhood events – vedi Sinha, 2016), cioè situazioni di disagio, stress o traumi ripetuti e protratti durante l’infanzia. A lungo termine, tali eventi possono aumentare il livello medio di attivazione psicofisiologica, diminuire la qualità del sonno e aumentare il risvegli notturni: si verifica un aumento della responsività allo stress – come la corda ben tesa di un violino, basta un piccolo urto per evocare una forte reazione.

A livello fisiologico, si registra un aumento della variabilità del battito cardiaco, un aumento del livello ormonale periferico allo stress e altro ancora, correlato ad un aumento dell’attività del circuito ipotalamo-ipofisi-surrene e del sistema nervoso simpatico, legati ad un aumento del livello di responsività muscolare e ad un generale aumento del livello di vigilanza (Riemann e colleghi, 2010).

 

PAURA DI ADDORMENTARSI: UNA POSSIBILE EVOLUZIONE

La paura di sperimentare i temuti flashback, unita in alcuni casi alla generale sensazione di essere vulnerabili e quindi esposti agli attacchi durante il sonno, possono condurre ad un problema che solo tangenzialmente è legato all’insonnia: la paura di addormentarsi. Se da un lato, entrambi possono indurre le persone a mettere in atto un insieme di strategie dannose o francamente problematiche e hanno l’effetto di ridurre le ore complessive di sonno, dall’altro si tratta di situazioni radicalmente differenti per quanto riguarda il vissuto del paziente: nell’insonnia il sonno è desiderato e ricercato, nella paura di addormentarsi è temuto, considerato pieno di rischi.

La paura di addormentarsi, come detto, può evolversi dal trauma in quanto timore di rivivere tramite flashback durante il sonno l’evento spaventoso, oppure dalla sensazione generale, che il trauma psicologico può lasciare, di generale insicurezza e rischio imminente (Werner e altri, 2021).

 

Trattamento e cura: fasi della terapia

In tutti i casi menzionati gli effetti del trauma psicologico si costituiscono come un potente meccanismo di mantenimento dell’insonnia, che viene rafforzata giorno dopo giorno dal trauma(i) e dal suo ricordo, psicologico o corporeo. Dunque, è necessaria una terapia focalizzata sul trauma e in una percentuale di casi questa è sufficiente.

Tuttavia, in altre situazioni, i tentativi di gestire le risposte psicocorporee al trauma si strutturano col tempo come un problema a sé stante: sono i casi in cui il trattamento per lo stress post-traumatico, pur riducendo gli effetti psicologici del trauma ed i flashback, non conducono ad una risoluzione dell’insonnia.

In questi casi vale quanto affermato da Morin (1993):

La ricerca nel campo dell’insonnia ha mostrato che esistono fattori addizionali responsabili del mantenimento dell’insonnia, ancora presenti dopo l’eliminazione dei fattori causali.

Allora sarà necessario aggiungere una parte di intervento (De Viva e colleghi, 2005) focalizzata direttamente sul problema del sonno, fino alla sua completa risoluzione.

 

Riferimenti bibliografici

Cagnoni, F., Milanese, R. (2009). Cambiare il passato: superare le esperienze traumatiche con la terapia strategica. Firenze: Ponte alle Grazie.

DeViva, J. C., Zayfert, C., Pigeon, W. R., & Mellman, T. A. (2005). Treatment of residual insomnia after CBT for PTSD: Case studies. Journal of Traumatic Stress18(2), 155-159.

Hall Brown, T. S., Akeeb, A., & Mellman, T. A. (2015). The role of trauma type in the risk for insomnia. Journal of Clinical Sleep Medicine11(7), 735-739.

Morin, C.M. (1993) Insomnia: Psychological Assessment and Management. Guilford, New York.

Riemann, D., Spiegelhalder, K., Feige, B., Voderholzer, U., Berger, M., Perlis, M., & Nissen, C. (2010). The hyperarousal model of insomnia: a review of the concept and its evidence. Sleep medicine reviews14(1), 19-31.

Sinha, S. S. (2016). Trauma-induced insomnia: A novel model for trauma and sleep research. Sleep medicine reviews25, 74-83.

Werner, G. G., Riemann, D., & Ehring, T. (2021). Fear of sleep and trauma-induced insomnia: a review and conceptual model. Sleep Medicine Reviews55, 101383.

Zayfert, C., & DeViva, J. C. (2004). Residual insomnia following cognitive behavioral therapy for PTSD. Journal of Traumatic Stress: Official Publication of the International Society for Traumatic Stress Studies17(1), 69-73.

 

 



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


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