Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare nemmeno un giorno nella tua vita, dice Confucio,
e fin qui questo post sembrerebbe uno dei molti articoli e articoletti che infestano il web con massime che invitano all’ottimismo ad oltranza – e a volte, per me, fastidioso.
Come ho già detto non credo al paradosso dell’automotivarsi, modo alla moda per provare a costruire con la volontà reazioni spontanee, poco feconda pratica di uno psicologismo facilone che, sono convinto, è molto comodo a chi punta ad ottenere dai suoi sottoposti straordinari non pagati e weekend in ufficio.
Penso d’altronde che la (pur) brillante massima di Confucio, venga spesso fraintesa, tramite la sostituzione della parola “ami” con “ti piace”, come segue:
Scegli un lavoro che ti piace e non dovrai lavorare nemmeno un giorno della tua vita.
E qui scatta la trappola, perchè ben diversa è la dimensione di chi si dedica con passione al suo mestiere, ed in virtù di questa passione è disposto a sopportarne i sacrifici, da chi ricerca il piacere in ogni istante a quel mestiere dedicato. La sfera del piacere è infatti tra le più volubili delle sensazioni: sinuosa e sfuggente, persa non appena conquistata, teme la ripetizione e la routine, in grado di soffocarla velocemente.
Un lavoro scelto per piacere, di conseguenza, raramente o quasi mai garantisce la permanenza del godimento iniziale: a breve si trasforma necessariamente in ripetizione e perseveranza, senza le quali anche il migliore talento rischia di andare perso.
Ed allora lo sfortunato alla ricerca del “piacere” lavorativo si trova impegnato in un lungo se non impossibile inseguimento: di un’attività che non solo piaccia al primo istante, ma che non scolorisca col tempo. E per trovarla cambia e si sposta, nomade in viaggio perpetuo, ed ogni nuovo piacere, eterno finchè dura, lascia alle sue spalle la delusione della disillusione, la rabbia quando non il dolore per l’ennesimo tramonto di un sogno svanito al risveglio.
Meglio sarebbe, più che al piacere, puntare alla gratificazione: la soddisfazione di un lavoro ben fatto, di un compito portato a termine, dell’espressione di un talento di elezione, di un tratto personale distintivo.
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