C’è un gusto tutto strategico nell’invenzione di modi spettacolari, interessanti, non ordinari oppure semplicemente efficaci di comunicare ed attivare il cambiamento terapeutico (vedi Rampin e Nardone, 2002).
Uno di questi (o certamente uno di quelli che preferisco) riguarda l’uso delle frasi o delle domande presupposizionali. Prendiamo una vignetta clinica piuttosto ricorrente: il paziente arriva in seduta, espone il suo problema, e noi (terapeuti) consideriamo che possa essere importante, nel suo caso, arrivare a costruire uno scenario futuro in cui avrà risolto il problema. Pensiamo, in altri termini, che la sola attività di costruire tale scenario avrebbe l’effetto di una profezia che si autorealizza, portandolo ad intraprendere le azioni necessarie ad arrivarci.
In questo caso potremmo porre al paziente alcune domande solo apparentemente neutrali:
“Pensi che riuscirai velocemente a [soluzione del problema] oppure che ci metterai molto più tempo?”
oppure: “Quando ci riuscirai, all’inizio sarai il solo ad accorgertene oppure se ne accorgeranno tutti?”
o anche: “Chissà se sarà frutto della tua fatica e del tuo impegno oppure se ad un certo punto ti verrà naturale”.
Ora, che cos’hanno in comune tutte queste domande e affermazioni? Il fatto che presuppongono che il paziente riuscirà effettivamente a raggiungere quanto si è prefisso. Ma non si fermano a tale presupposizione; aggiungono subito una domanda, o meglio una illusione di alternative sulla quale si focalizza l’attenzione del paziente, che fatica in questo modo a discutere il presupposto della domanda stessa, e cioè il fatto che riuscirà ad ottenere ciò che desidera.
Il presupposto, in altri termini, funge da suggestione inconsapevole: per il fatto stesso di rispondere alla domanda il paziente lo ha accettato, e sta già cominciando a costruire il suo scenario alternativo futuro.
Abbiamo, in altre parole, solcato il mare all’insaputa del cielo.
Bibliografia
Per altri stratagemmi in Terapia Breve Strategica: Rampin, M., Giorgio, N. (2002). Terapie apparentemente magiche. L’analisi illusionistica dello stratagemma terapeutico. Milano: Mc Graw-Hill.
Per l’utilizzo in terapia per gli adolescenti: Selekman, M. (2005). Pathways to change.Brief therapy with difficult adolescents. New York: Guilford Press.
Per l’utilizzo in terapia familiare: Bandler, R., Grinder, J., Satir, V. (1976). Changing with families. A book about further education for being human, Vol. 1. Palo Alto: Science and Behaviour Books.
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