Claudia veniva da me da qualche mese, durante i quali abbiamo lavorato per superare una reazione depressiva che la inibiva nei progetti di vita e nelle aspirazioni. Superata la trentina da qualche anno, Claudia faticava a riprendersi da una brutta sconfitta professionale che l’aveva lasciata improvvisamente stordita e senza prospettive. Ora, ha cominciato un corso con stage, e anche se il futuro appare più luminoso, l’incertezza ritorna, anche se in forma diversa, quando ….
“L’altro giorno mi sono resa conto di una cosa inquietante”, mi disse un giorno, “mi sembra che al corso tutti siano poco gentili con me. Non solo non mi aiutano, ma spesso penso che vogliano attivamente intralciarmi”.
Indagammo insieme la situazione: non era la prima volta che Claudia provava queste sensazioni, da quando, anni prima, si era vista estromessa dal posto di lavoro. Perso quello, una delle sue colonne portanti, portava con sé l’opprimente sensazione che qualcuno era costantemente in procinto di pugnalarla alle spalle..e allora, le chiusure, sguardo basso e intimorito, non parlare per non attirare le aggressioni, vere o immaginate.
“Una domanda: quando ti ritiri, eviti di parlare o relazionarti, conosci di più il tuo nemico e le sue macchinazioni oppure ne rimani all’oscuro?” chiesi. Dovette ammettere che ritirarsi la lasciava nel dubbio: da un lato, era meglio non sapere; dall’altro, il solo fatto di riuscirci la lasciava in preda alle fantasie più tremende. “E allora farti da parte e chiuderti nel tuo bozzolo ti mette in sicurezza oppure in pericolo? Dopotutto lo stratega ci dice: ‘Conosci il tuo nemico’, no?” Effettivamente, mi disse, in questo modo rischiava di più, perchè non sarebbe riuscita ad accorgersi degli attacchi.
“Allora” le dissi “dobbiamo cominciare a conoscere meglio il tuo nemico. Altrimenti ‘loro’ avranno sempre il vantaggio della sorpresa”. Le prescrissi quindi, su un quaderno da portare sempre con sè, di annotare i segnali rivelatori dei complotti attorno a lei, e di cercare di capirne, elaborandole sul suo ‘diario’, le trame criminose che andavano macchinando.
“Inoltre” aggiunsi “non possiamo permetterci di lasciar trasparire la sofferenza che gli altri ci provocano. Altrimenti armiamo la loro mano malevola, e diamo loro ancor più potere. Dobbiamo invece disarmarli con la nostra gentilezza, con la dolcezza dei gesti. Solo così spuntiamo le loro armi, rendendole inoffensive”. “E poi”, aggiunsi, sapendola sensibile all’argomento “non dice forse il Dalai Lama ‘La mia religione è la gentilezza?’. Immagina se tutti regalassero un gesto gentile a qualcuno una volta al giorno, quanto diverso sarebbe il mondo!” [1]
Quando tornò, dopo due settimane, Claudia e io chiacchierammo per qualche minuto di alcuni libri che aveva visto ammonticchiati sul mio tavolo. “Sa” mi disse “a proposito di idee nuove: ultimamente ne ho cambiate alcune”. E prese a raccontarmi delle piccole gentilezze che aveva messo in atto durante il corso che frequentava: ognuna aveva costruito, come mattoncini un muro, un nuovo insieme di piacevoli relazioni attorno a lei. Un giorno, prima di entrare in aula si era recata in pasticceria a comprare una pasta alla crema per la compagna con cui aveva litigato solo pochi giorni prima. Per lei sarebbe stato un segno di pace ma anche, nell’intimo di Claudia, segno di una speranza che cominciava a rinascere.
Solo in una occasione aveva compilato lo speciale “Diario delle paranoie” oggetto della prima prescrizione. Ma l’effetto di vedere quelle idee trascritte su carta era stato così veloce, l’avversione per i suoi stessi pensieri così radicale, che non ne aveva avuto più bisogno.
“Non so, ora sto meglio con loro” aggiunse.
cambiamento catastrofico
Come ci spiega il grande terapeuta
Il cambiamento catastrofico è un cambiamento rapidissimo; un saltus da uno stato a un altro provocato da un intervento talmente diretto da produrre un cambiamento immediato nella percezione di realtà”(Nardone e Balbi, 2008).
L’esempio di Claudia risponde a questa definizione. L’ideazione persecutoria, velocemente portata a saturazione dal compito del Diario scritto delle Paranoie, è stata subito dopo smontata alle fondamenta dall’ingiunzione, esplicitata in modo fortemente evocativo, di utilizzare le Piccole gentilezze come arma segreta nei confronti degli altri. A sua volta, il contesto sociale ha risposto con benevolenza alle nuove modalità di Claudia, che si è vista confermare nella propria piacevolezza e desiderabilità.
Abbiamo selezionato questo caso, per esemplificare in forma narrativa come una percezione strutturata possa essere portata al collasso, anche in tempi brevi, se le tecniche utilizzate riescono a minarne la struttura. Ma non bisogna stupire, dato che nella pratica dello Psicoterapeuta Breve Strategico, se non sono rari i casi che richiedono interventi più lunghi e graduali, capita spesso di lavorare per produrre un cambiamento catastrofico, fulmineo e dirompente.
[1] Chi di noi si è specializzato ad Arezzo sa bene di quante metafore utili in terapia siamo debitori al prof. Nardone. Questa non è che una delle molte.
Disclaimer: le tecniche esposte sono state utilizzate all’interno di un percorso terapeutico da un professionista formato a tal scopo, e così deve essere. Rimando a testi specialistici come quello, ottimo, di Emanuela Muriana e Tiziana Verbitz (nei riferimenti bibliografici) per ulteriori dettagli. La lettura di un articolo non può sostituire un percorso terapeutico individuale, nè essere oggetto di sperimentazioni in assenza di una guida professionale. Le informazioni contenute in questo articolo sono quindi da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica.
Bibliografia
Nardone, G., Balbi, E. (2008). Solcare il mare all’insaputa del cielo. Lezioni sul cambiamento terapeutico e le logiche non ordinarie. Firenze: Ponte alle Grazie.
Muriana, E., Verbitz, T. (2017). Se sei paranoico non sei mai solo. Dalla diffidenza al delirio paranoico. Roma: Alpes.
Articoli Recenti
Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)