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Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Alla fine del 1919 il Congresso USA votò e approvò il Volstead Act, dal nome del deputato che lo formulò, con il quale veniva stabilito il divieto di fabbricazione, vendita ed importazione di bevande alcooliche. A seguito di una radicata campagna moralizzatrice e proscrittiva, venne così siglata la legge che, con le parole del suo ideatore, avrebbe fatto scomparire i quartieri più poveri, avrebbe riportato felicità e serenità sui volti della gente, avrebbe fatto chiudere le “porte dell’inferno” per “sempre”.

Purtroppo già dalla notte successiva all’entrata in vigore della legge crimini, rapine e violenza legati al contrabbando di alcool avrebbero conosciuto una crescita esponenziale quanto rapida. I club illegali in cui consumare bevande alcoliche avrebbero superato in numero i bar legali presenti in precedenza, il crimine organizzato, con personaggi quali Al Capone, avrebbe fatto del contrabbando di alcool il proprio più redditizio affare commerciale. La soppressione del vizio lo aveva portato alla ribalta.

Il disturbo da alimentazione incontrollata

Il Dsm-V (il manuale diagnostico-statistico pubblicato dall’American Psychiatric Association), riporta una serie di sintomi che caratterizzano il Disturbo da Alimentazione Incontrollata, quali la presenza di ricorrenti abbuffate, caratterizzate da un’assunzione di cibo decisamente superiore a quella solitamente possibile in un intervallo di tempo simile. In questi episodi viene sperimentata una completa perdita di controllo sul’abbuffata stessa, vissuta con profonda vergogna, come un demone a cui colpevolmente capitolare dopo un lungo combattimento.

Si rileva la compresenza di regimi alimentari particolarmente rigidi, finalizzati al mantenimento o raggiungimento di un ‘peso ideale’, con episodi di completa perdita di controllo, in cui ogni alimento disponibile, in particolare quelli con ad alto contenuto calorico (gli stessi ‘vietati’ dal regime alimentare ideale prescritto dalla dieta) viene letteralmente divorato: segue una fase caratterizzata dal senso di colpa, in cui viene messo in atto il tentativo di perdere le calorie acquistate tramite una radicalizzazione del regime dietetico precedente. L’alimentazione, quando c’è, è alimentazione incontrollata: non ci sono vie di mezzo, nè equilibri salutari.

Il mantenimento del disturbo

Sono sempre di più gli studiosi che mettono in evidenza come siano proprio le diete ipocaloriche, finalizzate cioè alla reduzione del peso corporeo tramite una diminuzione delle calorie assimilate, a provocare l’aumento del peso (per una rassegna, vedi Rossi et al., 2014). Il meccanismo è il seguente: un dinimuito introito calorico, soprattutto in prima mattinata, attiva alcuni circuiti neuronali ed endocrini in grado di regolare il consumo calorico dell’organismo verso il basso. Ogni caloria introdotta durante la giornata sarà quindi immagazzinata sottoforma di grasso; come a dire, in tempo di carestia si punta al risparmio e si diminuiscono i consumi (scopri di più sul ruolo della dieta nella costruzione dei Disturbi Alimentari).

Attraverso un circuito parallelo, la proscrizione di cibi ad alto contenuto calorico (spesso i più saporiti o desiderabili, perchè abbondanti in zuccheri), li rende ancora più desiderati, e oggetti di pensieri intrusivi che, come ospiti non voluti, si cerca di far uscire dalla porta, nonostante rientrino costantemente dalla finestra (Oliver e Huon, 2001). Come negli Stati Uniti nel 1920, è desiderato, ciò che è proibito. La perdita di controllo, l’abbuffata, segue la dieta in un movimento circolare che mantiene sè stesso (Telch e Agras, 1993), diventando alimentazione incontrollata, con rilevanti ripercussioni a livello psicologico e sociale. La trasgressione alimentare, infatti, assume una importante funzione di regolatore emozionale (Whiteside et al., 2007), al punto che bastano minime frustrazioni a livello emotivo, tanto quanto piccole tentazioni alimentari, ad avviare la frana che travolge la persona, incapace di opporvisi (Arnow et al., 1994).

Soluzioni

Il protocollo di Psicoterapia Breve Strategica (leggi approfondimento per la sua applicazione ai Disturbi Alimentari) per questa tipologia di disturbo si occupa in prima istanza di interrompere il circuito cibernetico del controllo che fa perdere il controllo (Nardone et al., 1999; Nardone, 2007). La restrizione calorica, il controllo costante sulla dieta, sulla quantità e sulla qualità del cibo ingerito, costituiscono infatti i fattori di primaria importanza nel mantenimento del disturbo. Il paziente viene di conseguenza portato, attraverso specifiche manovre comunicative ed esperienziali a interrompere progressivamente la Tentata Soluzione del controllo che fa perdere il controllo (Milanese, 2004).

Recentemente alcuni autori hanno ideato un protocollo di ricerca per rilevare l’efficacia di questo genere di approccio (Castelnuovo et al., 2011), che ha mostrato essere significativamente efficace non solo nell’estinguere o ridurre drasticamente le abbuffate, ma anche nel raggiungere e mantenere una migliore forma fisica, con riduzione del peso corporeo e conseguenti ricadute positive sulla salute generale del soggetto (Castelnuovo et al., 2011). Il raggiungimento di un equilibrio psico-corporeo basato su una dieta (intesa nel senso originario di ‘stile di vita’) permette infatti di raggiungere e mantenere un equilibrio fra forma fisica, piacere e salute, indispensabile per riuscire ad adattarsi alle perturbazioni di vita, dato che:

La flessibilità è un giunco che si piega al vento, esso non si oppone nè cede mai.

Bruce Lee

 

Dott. Giacomo Crivellaro, Psicologo Psicoterapeuta
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Arnow, B., Kenardy, J., Agras, Wf F. (1992) Binge Eating Among the Obese: a Descriptive Study. Journal of Behavioral Medicine, 15, 2, 155-170.

Castelnuovo, G., Manzoni, G. M., Villa, V., Cesa, G. L., Pietrabissa, G., & Molinari, E. (2011). The STRATOB study: Design of a randomized controlled clinical trial of Cognitive Behavioral Therapy and Brief Strategic Therapy with telecare in patients with obesity and binge-eating disorder referred to residential nutritional rehabilitation. Trials, 12.

Castelnuovo, G., Manzoni, G. M., Villa, V., Cesa, G. L. & Molinari, E. (2011). Brief Strategic Therapy vs Cognitive Behavioral Therapy for the Impatient and Telephone-based Outpatient Treatment of Binge Eating Disorder: The STRATOB Randomized Controlled Clinical Trial. Clinical Practice & Epidemiology in Menal Health, 7, 29-37.

Milanese, R. (2004). Advanced Brief Therapy for Eating Disorders. Brief Strategic and Systemic Therapy European Review, 1, 125-129.

Nardone, G. (2007). La dieta paradossale. Milano: Ponte alle Grazie.

Nardone, G., Milanese, R., & Verbitz, T. (1999). Le prigioni del cibo: Vomiting anoressia bulimia : la terapia in tempi brevi. Milano: Ponte alle Grazie.

Oliver, K. G., & Huon, G. F. (2001). Eating-related thought suppression in high and low disinhibitors. International Journal of Eating Disorders, 30, 3, 329-337.

Pietrabissa, G., Manzoni, G. M., Ceccarini, M., & Castelnuovo, G. (2014). A Brief Strategic Therapy Protocol for Binge Eating Disorder. Procedia – Social and Behavioral Sciences, 113, 3, 8-15.

Rossi, P. L., Speciani, L., Ongaro, F., Bossi, M., & Bergami, L. (2014). Dieta o non dieta: Per un nuovo equilibrio tra cibo, piacere e salute. Ponte alle Grazie.

Telch, C. F., & Agras, W. S. (1993). The effects of a very low calorie diet on binge eating. Behavior Therapy, 24, 2, 177-193.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


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