La paura è un insieme di risposte fisiologiche e psicologiche, che ci mette nella condizione psicofisica di avere due tipi di reazioni (biologicamente determinate) a fronte dello stimolo pauroso: la fuga e il combattimento.
Ogni animale, che trova di fronte a sè qualcosa di spaventoso, può decidere, tramite l’osservazione, che si tratta di uno stimolo che può fronteggiare, combattere o superare, oppure un pericoloso predatore, di fronte al quale la fuga è altamente consigliata. La terza opzione, attivata in extremis, consiste nel fingere la propria morte, nella speranza che il predatore, ormai vicino, decida disgustato di non mangiare la preda.
Vediamo quindi come la paura consiste in un insieme di reazioni complesse e molto utili da un punto di vista evolutivo; la sua assenza comporta alti rischi. Riscontriamo infatti nelle cronache quotidiane gli incidenti, insensati e spesso mortali, a cui vanno incontro gli adolescenti, quando il meccanismo naturale della paura va in cortocircuito, sostenuto dalla rabbia verso i genitori o dall’appartenenza ad un gruppo deviante.
Le Fobie
Per ‘Fobie’ si intende un disturbo dell’ansia che implica lo sperimentare una paura intensa per una tipologia di oggetti, animali, persone o situazioni, sia che questi siano effettivamente presenti sia che se ne immagini l’imminente comparsa. Sono state tentate diverse classificazioni delle Fobie, tutte, per un verso o per un altro, incomplete. Le Fobie, infatti, sono tante quante le umane angosce, quelle inventate e quelle ancora da inventare, e sono quindi potenzialmente infinite.
Un semplice timore può evolvere in fobia qualora la persona vi reagisca in modo disfunzionale, cioè in un modo che, al posto di provocare il superamento della paura, ne stimola l’aumento.
Le soluzioni che peggiorano il Problema
La Fobia porta le persone a evitare la paura: nel tentativo di smettere di sentirsi intimorite dallo stimolo ansioso, cercano di evitarlo, limitando gli impegni di vita, le attività , le abitudini e persino le passioni, sperando che “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. Naturalmente limite porta limite, e le barriere insormontabili alla fine si moltiplicano.
Molti delegano ad altri ciò che non riescono a compiere in prima persona, tendendo a confermare la propria incapacità; i volonterosi che aiutano assumono la funzione di una stampella che aiuta a camminare, ma della quale sempre meno si riesce a fare a meno.
Infine, la Fobia è rafforzata dal tentativo (fallito) di controllare, reprimendo mentalmente, la paura; si instaura infatti velocemente un circolo vizioso che spesso può crescere fino all’attacco di panico.
Trasformare la paura in coraggio: la Psicoterapia Breve Strategica
Fortunatamente esistono psicoterapie brevi in grado di destrutturare velocemente il disturbo. Esse ribaltano le Tentate Soluzioni (a cui abbiamo accennato sopra) su loro stesse, producendo nuovi apprendimenti. In particolare, la Psicoterapia Breve Strategica, sviluppata dal famoso Brief Therapy Center di Palo Alto (Watzlawick et al., 1974; Fisch et al., 1982) e ampiata nelle sue elaborazioni successive (Nardone, 1995) ha ormai sviluppato una serie di tecniche protocollari ma flessibili, in grado di intervenire con efficacia in circa l’85% dei casi, e di raggiungere il superamento del problema in meno di dieci sedute. In linea con la massima di Martin Luther King:
Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.
Riferimenti Bibliografici
Fisch, R., Weakland, J. H., & Segal, L. (1982). The tactics of change: Doing therapy briefly. Jossey-Bass.
Nardone, G. (1995). Paura, panico, fobie. Ponte alle Grazie.
Watzlawick, P., Weakland, J. H., & Fisch, R. (2011). Change: Principles of problem formation and problem resolution. WW Norton & Company.
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