Trattamento psicologico problemi scolastici | Firenze, Parma, Montevarchi (AR)
L’Approccio Breve Strategico per i problemi scolastici
Come è sua consuetudine, l’Approccio Breve Strategico si è occupato di individuare alcune modalità di intervento, eleganti e veloci ma complesse al tempo stesso, per sbloccare i circoli viziosi disfunzionali nell’ambito dei problemi scolastici. In caso di problemi più precoci, sviluppatisi durante l’infanzia, l’Approccio Breve Strategico evita di lavorare direttamente sul bambino/a, in modo da evitare pericolosi processi di ‘etichettamento’ patologizzante, ma elegge le figure significative (i genitori e in alcuni casi gli insegnanti) a ‘co-terapeuti’, chiedendo loro di implementare gli interventi in grado di portare al rapido sblocco del problema.
In altri casi, qualora l’età del discente sia più avanzata e le sue risorse psicologico/comportamentali più sviluppate, quest’ultimo entra invece direttamente in seduta, lavorando faccia a faccia con lo Psicologo.
Ansia da Prestazione Scolastica
L’ansia da prestazione scolastica si può manifestare durante interrogazioni, compiti in classe o compiti a casa: ogni studente, infatti, è un mondo a sè, che reagisce in modo peculiare agli stimoli dell’ambiente. Solitamente il bambino/a-ragazzino/a è molto studioso, si ‘applica’ (come si diceva una volta), valorizza molto il risultato scolastico e si impegna per raggiungerlo. Lo valorizza così tanto da tendere ad uno studio perfetto, completo, irrangiungibile; la tendenza a studiare bene e studiare tutto può creare un circolo vizioso di ansia, in cui proprio la pretesa di raggiungere la perfezione evidenzia la distanza che separa da essa. In altri casi, a fronte di una difficoltà a gestire l’ansia, tenderà ad evitare quelle situazioni che più lo mettono a disagio o esposto al giudizio dei compagni o degli insegnanti (come capita spesso durante le interrogazioni).
Ansia Scolare
Si tratta di un problema molto comune nell’infanzia che consiste in una paura marcata e persistente che si manifesta al momento di recarsi a scuola. Spesso si accompagna a dolori somatici di vario genere, come nausea, mal di stomaco, mal di testa, dolori addominali; questi ultimi, però, spesso scompaiono non appena viene presa la decisione di non mandare il bambino/a a scuola. Può essere accompagnata da una particolare relazione di attaccamento nei confronti delle figure genitoriali oppure a particolari problemi relazionali che il piccolo/a studente incontra nella sede scolastica.
Blocco dello studio
Viene chiamato ‘Blocco dello Studente’ o ‘Blocco dello Studio’ una situazione di stallo, spesso conseguente ad un’ansia prestazionale, all’interno della quale lo scolare si trova impossibilitato ad eseguire un compito o a portare a termine una prestazione, necessaria per il proseguimento degli studi (è tipico il caso delle tesi di laurea). Spesso si tratta di un allievo diligente, in grado di preparare con precisione esami ed elaborati, ma che, a fronte del più importante fra questi, si trova intrappolato in una sorta di ‘corto circuito’ mentale che gli impedisce di proseguire (leggi approfondimento sull’apprendimento in età dello sviluppo).
Dislessia, disgrafia e difficoltà di apprendimento
Negli ultimi anni si assiste ad una proliferazione delle diagnosi dei cosiddetti ‘Disturbi Specifici dell’Apprendimento’. Essi sono definiti dal DSM-V, l’ultimo Manuale Statistico Diagnostico dei Disturbi Mentali, come delle ‘difficoltà ad apprendere ed utilizzare delle abilità accademiche’. A parte l’evidente confusione semantica, che tende a confondere una difficoltà (dal latino dis-facilem, cioè ‘non facile’) con un disturbo (dal latino dis-turbare, turbare gravemente), si rileva il rischio crescente di un intrecciarsi di interessi attorno al concetto di ‘Disturbo dell’Apprendimento’. Da un lato la scuola, che nel nostro paese vede arrivare bambini o ragazzini provenienti da altre culture, madrelingua di altre lingue, e spesso gravemente in ritardo nell’acquisizione di abilità scolari che in Italia sono considerate tipiche di una determinata età. Dall’altra l’organizzazione della famiglia italiana tradizionale, notoriamente in crisi, che fatica a fornire alle ultime generazioni di figli e genitori modelli adeguati di educazione e organizzazione della famiglia. Tutto ciò si ripercuote sull’apprendimento, rendendolo difficile (non facile). Spesso però tale difficoltà viene confusa con un disturbo, meritevole di attenzione medica, più che di attenzione educativa, pedagogica o relazionale (leggi approfondimento sui Disturbi Specifici di Apprendimento). In questi casi l’intervento psicologico deve focalizzarsi al contesto che circonda il bambino/ragazzino (la famiglia e la scuola), in modo da renderlo, da esclusivo nei confronti di una difficoltà, a evolutivamente inclusivo verso un percorso turbolento, in modo da evitare di renderlo gravemente turbolento (disturbato).
Provocazione e oppositività a casa o a scuola
Si manifestano comportamenti di rifiuto reiterato dell’autorità genitoriale o degli adulti in generale (opposizioni) e comportamenti di sfida aperta o mirati manifestamente a far perdere il controllo all’adulto (provocazioni) con cui il ragazzino/a si sta relazionando. Naturalmente questo problema mette a dura prova pazienza e calma dei genitori a casa, e degli insegnanti a scuola, creando parecchi problemi a cascata, a livello di apprendimento e di interazione sociale. Spesso è legato a difficoltà, da parte dei genitori, a ‘tarare’ uno stile genitoriale e a tenere una disciplina coerente, oppure, a modalità disfunzionali ma efficaci, da parte del ragazzino, di attirare le attenzioni del mondo degli adulti (leggi una proposta di trattamento studiata appositamente per il bullismo).