Psico riflessioni
Il distacco dai genitori desiderati
Così noi viviamo, per sempre prendendo congedo.
Rainer Maria Rilke
Colpiscono le parole del grande poeta esistenziale, perchè riassumono in una frase una delle grandi contraddizioni umane: poter vivere unicamente il presente, ma poter ricordare il passato e immaginare il futuro (leggi articolo di approfondimento).
E così l’uomo si dibatte, costantemente immpegnato a lasciar andare un passato che non esiste più, ma che forse si vorrebbe ancora presente, come un amore fatalmente concluso; oppure che si sarebbe voluto diverso, come un’occasione mancata; o che non si sarebbe voluto affatto, come un lutto per una persona cara.
L’essere umano si agita in questa costante compresenza di ciò che c’è, ciò che non è più, e ciò che potrebbe essere; si tratta di una lotta senza fine, che conosce momentanei attimi di grazia (che solitamente ricordiamo bene, come momenti in cui abbiamo dimenticato per qualche istante chi e cosa siamo trascendendo le nostre usuali emozioni/reazioni), utili spesso soltanto per prepararsi al proseguimento della lotta.
Ma se è vero che contribuiamo a costruire il nostro presente, come – più o meno consapevolmente – siamo i principali fabbri del nostro futuro, il passato sfugge alla nostra capacità di modificarlo. E’ un libro già scritto, un finale già vissuto, un copione già interpretato sul palco; i ruoli, le battute, gli effetti sonori e musicali sono già stabiliti, lo spettacolo è già stato fatto, il pubblico ormai lascia la sala.
Una trappola: cercare la rivalsa
Si cerca la rivalsa quando si cerca, interagendo nel presente, di rifarsi di qualcosa che rifiutiamo del nostro passato. E’ il caso, ad esempio, di coloro che, in lotta contro l’autorità genitoriale, rifiutano di rinunciare a uscire definitivamente vincitori contro coloro che (dal loro punto di vista) hanno imposto idee e prospettive errate. Spesso però, quando il figlio cresce e il genitore invecchia, cristallizzandosi sempre più nelle proprie opinioni sviluppate in un mondo ormai diverso da quello dell’appartenente alla generazione più giovane, il confronto appare sempre più surreale ad un osservatore esterno. La mission impossibile di far cambiare idea ai propri genitori intrappola in una sempiterna lotta contro i mulini a vento; uno sforzo costante che ruba energie e forze vitali a chi non lo tiene a bada, e l’unico vincitore è…il vento.
Un piccolo esercizio contraddittorio
Se dovessimo scrivere una lista di tutti i difetti dei nostri genitori, quanto sarebbe lunga? Sarebbe divisa in sezioni tematiche oppure preferiremmo un approccio più intuitivo? Preferiremmo corredarla di esempi oppure ci limiteremmo ad alcune lapidarie sentenze? Utilizzeremmo un vernacolo degno di un portuale ligure, oppure preferiremmo poche ed eleganti stilettate verbali?
L’esercizio di stilare una lista di tutti i difetti, veri o immaginari, che possiamo imputare ai nostri genitori, potrà fornirci un po’ del desiderato distacco da ciò che avremmo voluto loro fossero (e non sono stati), e il congendo da qualche infantile speranza. Ovviamente non dovremo parlare del contenuto della lista con nessuno, tantomeno i nostri genitori. Non vorremmo impegnarci in una battaglia senza uscita, vero?
Dott. Giacomo Crivellaro, Psicologo
a Firenze e Parma
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