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Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

 

 

Cosa sono le morti Voodoo

 

Walter Cannon era un medico studioso di fisiologia, le sue idee per molti versi anticiparono i tempi. Fu uno dei primi studiosi della relazione mente/corpo, e di come le risposte di stress e paura intensa possono influenzare il funzionamento corporeo, ed in particolar modo quello dell’apparato digestivo. Nel 1942 pubblicò uno studio sul fenomeno delle morti “Voodoo”, riscontrate un po’ ovunque nelle società tradizionali. Un appartenente al gruppo (villaggio o tribù) subisce, o si convince di aver subito, una maledizione e comincia ad accusare un rapidissimo decadimento corporeo, in assenza di motivazioni mediche, che lo porta alla morte nell’arco di uno o due giorni. Nonostante spesso si rifiuti di mangiare e bere, questo non costituirebbe una motivazione sufficiente a spiegare il rapidissimo declino fisico che ne segue.

 

Il gruppo e le morti Voodoo

 

Cannon ha specificato che le società in cui si verificavano le morti Voodoo erano caratterizzate dall’importanza del gruppo, non solo ai fini del sostentamento fisico e familiare, ma anche come “scudo” nei confronti del mondo degli spiriti. Al presunto incantesimo, nei casi esaminati dallo studioso, seguiva l’allontanamento del “maledetto” dal gruppo di riferimento; a questo punto veniva a cadere la protezione che svolgeva. L'”Altro mondo” poteva quindi, secondo le credenze di questi popoli, scatenare liberamente i suoi influssi nefasti, senza il freno rappresentato dai vincoli di appartenenza alla famiglia, al clan o al villaggio; il suo esilio era spesso simboleggiato da un rituale in cui gli altri appartenenti al gruppo salutavano il ‘maledetto’, che entrava simbolicamente (e poco dopo concretamente) nel mondo dei morti.

 

Le morti Voodoo e la Psicosomatica

 

Cannon (1942) aveva sostenuto che l’improvvisa morte di queste persone fosse dovuta al senso di profondo terrore suscitato dalla maledizione. Secondo lui, l’aumento esponenziale dell’adrenalina corporea nei casi di morte Voodoo porterebbe il cuore ad un progressivo aumento della frequenza del battito fino ad essere quasi costantemente contratto, donde la morte.

Richter (1957) ha studiato la reazioni di alcuni topi ad una situazione, creata in laboratorio, in cui si trovavano ad essere senza speranza, nello specifico senza poter uscire da una vaschetta d’acqua. Ha notato che i piccoli animali morivano molto prima di quanto la loro normale resistenza avrebbe fatto pensare, e rilevò, al contrario delle speculazioni di Cannon, un aumento di attivazione del sistema parasimpatico. In altre parole, cuore e respiro, dopo un iniziale aumento del ritmo, tendevano a scemare progressivamente fino alla morte.

Lester (1972; 2009) ha cercato di sviluppare un punto di vista psicologico sulla faccenda: focalizzare l’attenzione unicamente su ciò che accade al corpo della persona, dal suo punto di vista, è piuttosto riduttivo e persino fuorviante. A prescindere da quale sia il meccanismo fisiologico sottostante le morti voodoo (che, data la rarità del fenomeno, probabilmente non sapremo mai), secondo Lester dobbiamo focalizzarci sulla particolare reazione di rinuncia a qualsivoglia tipo di speranza che queste persone hanno attraversato prima della morte. Lester pensava che, letteralmente, la morte della speranza fa male…molto male.

 

Corpo e mente

 

Il particolarissimo interesse che hanno suscitato le morti voodoo ha a che fare con la tradizionale separazione tra mente e corpo. Fino a tempi molto recenti, infatti, si è pensato che se il corpo soffre per problematiche fisiche, esse devono esclusivamente essere trattate da un punto di vista fisico. Purtroppo ci si è quindi persi la possibilità di sfruttare le capacità di autoguarigione del corpo, legate ai processi di suggestione ed auto-suggestione (Zacchetti e Castelnuovo, 2014), in grado di stimolare la produzione di sostanze curative dall’interno. Assieme alle forze di autoguarigione (effetto placebo), si è sottostimata la possibilità che i processi patologici corporei possano essere favoriti da particolari stati psico-fisici in grado di renderci più vulnerabili (effetto nocebo). Si tratta di un’eredità legata al passato scientista della medicina, ma che dovrebbe essere abbandonata, in primo luogo per il benessere dei pazienti; come fa notare Soresi (2006),

Se noi medici avessimo a disposizione una compressa in grado di funzionare con sicurezza nel 40% dei casi in ogni tipo di malattia, sicuramente la sfrutteremmo molto di più di quanto ci hanno insegnato a sfruttare l’effetto placebo.

 

DOTT. GIACOMO CRIVELLARO, PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
FIRENZE E PARMA

 

Bibliografia

Cannon, W. B. (1942). “Voodoo” death. American Anthropologist, 44(2), 169-181.

Lester, D. (1972). Voodoo death: Some new thoughts on an old phenomenon. American Anthropologist, 74(3), 386-390.

Lester, D. (2009). Voodoo death. OMEGA-Journal of death and dying, 59(1), 1-18.

Mathis, J. L. (1964). A Sophisticated Version of Voodoo Death: Report of a Case. Psychosomatic medicine, 26(2), 104-107.

Richter, C. P. (1957). On the phenomenon of sudden death in animals and man. Psychosomatic Medicine, 19(3), 191-198.

Soresi, E. (2006). Il cervello anarchico. Torino: Utet.

Sternberg, E. M. (2002). Walter B. Cannon and “‘voodoo’death”: A perspective from 60 years on.

Zacchetti, E., Castelnuovo, G. (2014). Clinica psicologica in psicosomatica. Medicina e psicologia clinica fra corpo e mente. Milano: Franco Angeli.



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


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