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Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

Lo stress da trasloco

 

A tutti capita di cambiare casa, almeno una volta.

Ci si sposta di zona, si torna nella città di origine dopo tanti anni, ci si trasferisce in centro, con la famiglia si va in periferia, dalla periferia alla campagna o dalla campagna al centro. Si tratta di una tendenza in crescita, i legami di vita/lavorativi che durano una vita sono sempre più rari, e così l’eccezione diventa regola, il cambiamento una costante, la costanza l’eccezione.

Ricordo ancora quando ho affrontato, da studente universitario, il mio primo trasferimento; non solo di casa, ma di città, regione. E ricordo il senso di estraniamento, il mistero di ciò che mi sarebbe arrivato incontro, l’incertezza/eccitazione di non sapere; altri (diversi!) ne sono seguiti, ognuno differente, ognuno simile.

Traslocare è una delle cose più stressanti in assoluto, a qualsiasi età. Per i bambini (Hughes, Baumer, 1995; Mac Leod et al., 2008), per gli adolescenti (Raviv et al., 1990; Jelleyman, Spencer, 2008) e per gli adulti (Hooper & Ineichen, 1979). E’ stressante perchè si tratta di un cambiamento su più livelli: sociale, familiare, identitario, geografico; e perchè queste dimensioni si intersecano le une con le altre, dato che le mie relazioni sono situate in un luogo, entrambi definiscono almeno un pezzetto di chi sono, io sono dentro un gruppo sociale (come la famiglia), eccetera eccetera.

Si tratta di una fase di passaggio ad alto rischio, dato che destabilizza su tutta la linea. Nonostante io non ami traslocare, ne ho fatti diversi e posso quindi affermare di averne una discreta esperienza (amatoriale, aggiungo: i veri professionisti sono in grado di cambiare nazione una volta l’anno!). Ecco quindi alcuni suggerimenti per affrontare lo stress da trasloco; è la mia lista personale – nè esaustiva, nè universale – prendetela quindi come tale. Niente ricette statiche, solo alcuni accostamenti di sapori per rendere saporita la cucina.

 

1. Avere sott’occhio qualcosa di noi: prevenire lo stress da trasloco

Non è mia intenzione dare consigli su come preparare scatoloni e valigie: intanto perché sospetto di esserne tuttora negato, e poi perché probabilmente ognuno ha il proprio metodo, più o meno perfettibile. Una piccola accortezza che mi è stata utile, però, è quella di tenere a portata di mano qualche piccolo oggetto che rivestiva un significato particolare. Un ricordo, un souvenir, qualche foto o qualche suppellettile da posizionare appena arrivati nella nuova casa. In momenti di transizione, manteniamo la continuità con chi siamo con il ricordo di chi siamo stati, con la nostra storia. Gli oggetti ci aiutano; essi ci ricordano che la persona che nel passato ha superato tante sfide è ancora con noi.

 

2. Tempo di assestamento: marcare il territorio

Fate in modo di appropriarvi pezzo pezzo degli spazi della casa nuova. Dapprincipio, createvi un piccolo spazio di ordine in cui riprendere fiato: la tenda del guerriero. Poi, pian piano, guadagnate spazio vitale: quando gli scatoloni smetteranno di essere l’inquilino più ingombrante, prendetevi del tempo per fare amicizia con la vostra nuova tana. Dovete corteggiarla almeno un po’, se volete che vi ripaghi con calore.

Dedicate qualche momento, tra i pochi che rimarranno fra lavoro, famiglia, coppia e scatolame da apparecchiare (e chi più ne ha…) per vivervi casa vostra (l’attività non conta, ma dev’essere qualcosa di piacevole), in altre parole: costruitevi qualche piccolo ricordo sereno. Vincete lo stress da trasloco senza combatterlo.

 

3. Niente fretta: long may you run

Molti si trasferiscono quando la casa è già pronta, i mobili sono montati, tutto è già predisposto. Sebbene ammiri chi riesce ad organizzarsi così bene, direi che non è il mio stile. Amo vedere gli ambienti che si modificano mentre ci vivo, mi piace pensare che la casa sia in costante mutamento, come se fosse lei il padrone ed io il canino da compagnia. Mi piace anche vedere che cambia con me; sapere di poterla modificare senza tradire qualche decisione (troppo rigida!) che ho preso in passato.

Penso che bisogna prendersela comoda. Un’abitazione ci mette un po’ a diventare casa, lo stress da trasloco passerà col tempo. E’ un intervallo fisiologico che non possiamo tagliare, un processo che non possiamo velocizzare; in compenso possiamo allungarlo sperando di accorciarlo. Ecco quindi il mio suggerimento: prendetevela comoda! E godetevi, se potete, quella sensazione di essere apolidi, senza patria…

In conclusione, con le parole di Neil Young, un augurio; dopotutto chi più chi meno, siamo tutti un po’ nomadi – come siamo arrivati, passeremo:

 

Possiate correre a lungo.

 

Bibliografia

Jelleyman, T., & Spencer, N. (2008). Residential mobility in childhood and health outcomes: a systematic review. Journal of Epidemiology and Community Health, 62(7), 584-592.

McLeod, C., Heriot, S., & Hunt, C. (2008). Changing places: Resilience in children who move. Australian Journal of Education, 52(2), 168-182.

Hall, P. (1964). Moving house in the aetiology of psychiatric symptoms.Proceedings of the Royal Society of Medicine, 57(2), 83.

Hooper, D., & Ineichen, B. (1979). Adjustment to moving: a follow-up study of the mental health of young families in new housing. Social Science & Medicine. Part D: Medical Geography, 13(3), 163-168.

Hughes, C. H., & Baumer, J. H. (1995). Moving house: a risk factor for the development of childhood asthma?. Bmj, 311(7012), 1069-1070.

Raviv, A., Keinan, G., Abazon, Y., & Raviv, A. (1990). Moving as a stressful life event for adolescents. Journal of Community Psychology, 18(2), 130-140.



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


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