
Supporto psicologico per il lutto | Firenze, Parma, Montevarchi (Valdarno)
…e ti sei opposto all’onda, ed è lì che hai capito,
che più ti opponi e più ti tira giù…
(Ligabue)
Come parlare del dolore, della separazione? E come parlarne sul web, in forma scritta, dove ogni parola sembra una violazione di un dolore così privato e sacro da sembrare quasi intoccabile? Cercherò di parlarne il meno possibile per non sembrare irrispettoso. E solo per quanto mi riguarda come professionista, cioè quando il lutto diventa un problema: in tanti casi infatti, pur se devastante, è “solo” un capitolo doloroso di vita, una valle di sofferenza da attraversare per poterne uscire. In altri casi, invece, può dare origine ad alcune problematiche psicologiche. Vediamo quali:
1) Lutto ritardato o rimandato La perdita di una persona cara ha una serie di conseguenze esistenziali enormi, che non riguardano soltanto l’impatto psicologico ed emotivo. Pensiamo ad esempio ad un genitore che perde il partner mentre i figli (ancora piccoli) vivono ancora a casa, e dipendono dalle sue cure. Oltre al lancinante dolore della perdita, potrà trovarsi sopraffatto dagli impegni e della necessità di assicurare loro una parvenza di “normalità”. Questo può spingerlo/a ad accantonare o a sopprimere il proprio dolore in virtù delle impellenze quotidiane. Le lacrime, derubate del tempo a loro dedicato, potranno reclamarlo a gran voce in seguito, quando il mondo di quella famiglia, messo in crisi dalla perdita, recupererà un suo pur fragile equilibrio.
2) Lutto evitato Il dolore della perdita è simile ad un bulldozer, travolge tutto ciò che incontra; peggio sarà, al contrario, opporre una resistenza che può solo danneggiare l’incauto che la tenta. E’ questo, però, il caso del lutto evitato: chi soffre punta ad evitare la sofferenza che, come una condanna, lo aspetta ad ogni angolo. Non sono usuali, a seguito del lutto evitato, fobie o sindromi ansiose di vario tipo; spesso l’evitamento del dolore si accompagna all’evitamento degli stimoli ambientali che potrebbero stimolarlo. In questi casi, non è infrequente la ricerca di un rifugio sempre più angusto, che assieme alla sofferenza spesso esclude la luce del sole.
3) Lutto cronico Non ci sentiamo di sostenere che debba esserci un’unica via attraverso il dolore; al contrario, il distacco da una persona amata è lungo e tortuoso, e non ci sentiamo di affermare che un legame non possa rimanere per sempre, per chi rimane, con chi è partito. Esistono però dei casi in cui il legame col passato impedisce ogni presente, ogni nuovo entusiasmo, ogni nuovo investimento o “giro di giostra” con la vita. Sono i casi in cui il lutto, da momento di transizione, diventa condizione esistenziale stabile (Leick & Davidesen-Nielsen, 1991).
Il supporto psicologico per il Lutto
Il supporto psicologico non è raccomandato sempre, il lutto nella grande maggioranza dei casi costituisce una condizione che, seppur travagliata e molto dolorosa, viene superata naturalmente dalle persone; nonostante ciò che si può pensare, siamo naturalmente dotati della capacità di affrontare il dolore del distacco. Nei casi specificati però, in cui il lutto ritardato o evitato rischia di diventare cronico, appare utile il supporto di un professionista.
Nell’ambito degli studi interazionali del Centro di Terapia Strategica poi, sono state sistematizzate alcune tecniche che permettono di agevolare la trasformazione del distacco in ricordo, della sofferenza in nostalgia che, lentamente, possa decantare dentro di noi.
Bibliografia
Cagnoni, F., Milanese, R. (2009). Cambiare il passato: Superare le esperienze traumatiche con la Terapia Strategica. Firenze: Ponte alle Grazie.
Leick, N., & Davidsen-Nielsen, M. (1991). Healing pain: Attachment, loss, and grief therapy
