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Importanza dell’intervento congiunto nei casi di acufene
Se da un lato l’acufene è giustamente terreno di verifiche e controlli di tipo essenzialmente medico, il trattamento dei suoi correlati psicologici risulta invece di primaria importanza per quanto riguarda il benessere generale della persona. L’acufene risulta spesso essere ad un tempo causa e conseguenza di varie forme di disagio psicologico (vedi Marciano, 2003 e Salviati e colleghi, 2014), spingendo i Ministeri della Sanità di vari Paesi ad appoggiare esplicitamente il supporto psicologico e la psicoterapia per i casi di acufene (ad es., Uk, 2020).
Efficacia dei trattamenti ipnotici per l’acufene
Sebbene i primissimi studi sull’utilizzo dell’ipnosi per l’acufene risalgano agli anni ’50 (Guild, 1958), studi più estesi e strutturati sono stati condotti solo dagli anni ’80 ed in particolare nei primi anni 2000, mostrando come l’ipnosi e la terapia psicologica condotta in stato di ipnosi (ipnoterapia) abbiano una efficacia superiore al 70% dei casi nella riduzione dell’ansia, della depressione e dell’insonnia associate all’acufene (vedi riferimenti bibliografici), in linea con i risultati degli interventi ipnotici nei disturbi psicosomatici (Flammer e Alladin, 2007). Ora cercheremo di illustrare, basandoci sulla ricerca, i meccanismi che hanno mostrato di avere un effetto marcato questi casi.
Principio generale: autoipnosi
Molti degli studi citati hanno rilevato che l’addestramento ad entrare volontariamente in stato ipnotico (autoipnosi) costituisce un intervento in grado di per sé di migliorare le risposte ansiose all’acufene. Lo stato di autoipnosi si identifica con uno stato modificato di coscienza raggiungibile volontariamente tramite un breve training, in cui è possibile abbassare i propri livello di risposta di attivazione psicologica e fisiologica. In altre parole, la persona entra in uno stato di rilassamento profondo a comando. Apprendere questa abilità costituisce di per sè una importante esperienza emotiva correttiva: la persona smette di sentirsi vittima impotente dell’onnipresente tinnito, e recupera la capacità di influenzare le proprie risposte psicologiche a questo scomodo inquilino. Il paziente scopre di essere in grado di raggiungere un profondo benessere in presenza dell’acufene (Madoux, 2007). In questo senso vanno interpretati anche i dati che mostrano un alto grado efficacia degli interventi ipnotici nel diminuire il livello di ansia, migliorare o risolvere l’insonnia ed in generale aumentare il benessere di chi soffre di acufene (Mirzamani e colleghi, 2012; Yazici, 2012).
Altre tecniche
Vi sono una varietà di tecniche ipnotiche che sono state utilizzate nei confronti del tinnito, dall’allucinazione ipnotica di un suono che maschera i ronzii e i fischi (Marlowe, 1973; Attias, 1993), a suggestioni di miglioramento e di acquisizione di autonomia e benessere (Attias, 1993), a suggestioni di abituazione e attenuazione dell’attenzione verso l’acufene (Kaye, 1994).
Altra tecnica estremamente interessante è quella in cui la persona viene addestrata, in stato di trance ipnotica, ad aumentare volontariamente l’acufene, prima di diminuirne il volume. La suggestione è chiara anche se non esplicita: se sono in grado di aumentare intenzionalmente l’acufene posso diminuirlo e di conseguenza controllarlo (Barabasz, 2008).
Tecniche specifiche: lo scenario oltre il problema
In una parte più avanzata del trattamento, è importante portare la persona a visualizzare e costruire concretamente una realtà che si spinga oltre il passato impegnato a combattere il tinnito, e verso una risoluzione o compresenza in cui viene recuperata la capacità di essere attivi, propositivi e vitali. L’idea che dovrebbe accompagnare noi e i nostri pazienti è che ogni rinuncia fatta in nome dell’acufene lo rafforza, ogni terreno perso o abbandonato è spazio per lui per ingrandirsi, ogni energia spesa a combatterlo lo ingigantisce.
Al contrario, una giornata piena, significativa e vitale costituisce da un lato il punto d’arrivo del trattamento, dall’altro il miglior antidoto alla sofferenza. L’attenzione, focalizzata su questioni e impegni esterni e pieni di senso, relega l’acufene dove dovrebbe stare: nel retro della mente, da dove non può fare male.
Riferimenti bibliografici – Ipnosi e acufene
Barabasz, A., & Barabasz, M. (2008). Hypnotic Amplification–Attenuation Technique for Tinnitus Management. In Collaborative Medicine Case Studies (pp. 275-284). Springer, New York, NY. HypnoticAmplificationAttenuationTechniqueforTinnitusManagement (1)
Cope, T. E. (2008). Clinical hypnosis for the alleviation of tinnitus. Int Tinnitus J, 14(2), 135-8.
Kandeepan, S., Maudoux, A., de Paula, D. R., Zheng, J. Y., Cabay, J. E., Gómez, F., … & Soddu, A. (2019). Tinnitus distress: a paradoxical attention to the sound?. Journal of neurology, 266(9), 2197-2207.paradoxical attention sound
Gajan, F., Pannetier, B., Cordier, A., Amstutz-Montadert, I., Dehesdin, D., & Marie, J. P. (2011). Role of hypnotherapy in the treatment of debilitating tinnitus. Revue de laryngologie-otologie-rhinologie, 132(3), 147-151.
Guild, J. (1958). Hypnosis for tinnitus. Canadian Medical Association Journal, 78(6), 426.
Maudoux, A., Bonnet, S., Lhonneux-Ledoux, F., & Lefebvre, P. (2007). Ericksonian hypnosis in tinnitus therapy. B ENT, 2, 75-78.
Mason, J., & Rogerson, D. (1995). Client-centered hypnotherapy for tinnitus: who is likely to benefit?. American Journal of Clinical Hypnosis, 37(4), 294-299.mason1995
Mason, J. D., Rogerson, D. R., & Butler, J. D. (1996). Client Centred Hypnotherapy in the Management of Tinnitus–Is It Better Than Counselling?. The Journal of laryngology and otology, 110(2), 117-120.mason1996
Mihalyka, E. E., & Whanger, A. D. (1959). Objective tinnitus aurium hypnotically treated. American Journal of Clinical Hypnosis, 2(2), 85-86.mihalyka1959
Yazıcı, Z. M., Sayın, İ., Gökkuş, G., Alatas, E., Kaya, H., & Kayhan, F. T. (2012). Effectiveness of Ericksonian hypnosis in tinnitus therapy: preliminary results. B-ENT, 8, 7-11.A5-tinnitushipnoz
Altri riferimenti – qui ho inserito una serie di interessanti ricerche sull’acufene e sul suo funzionamento cerebrale e percettivo
Flammer, E., & Alladin, A. (2007). The efficacy of hypnotherapy in the treatment of psychosomatic disorders: Meta-analytical evidence. Intl. Journal of Clinical and Experimental Hypnosis, 55(3), 251-274.hypnosis psychosomatic disorders metaanalysis
Marciano, E., Carrabba, L., Giannini, P., Sementina, C., Verde, P., Bruno, C., … & Ponsillo, N. G. (2003). Psychiatric comorbidity in a population of outpatients affected by tinnitus: Comorbilidad psiquiátrica en una población de pacientes de consulta externa afectados por tinnitus. International journal of audiology, 42(1), 4-9. marciano2003
Monzani, D., Genovese, E., Marrara, A., Gherpelli, C., Pingani, L., Forghieri, M., … & Arslan, E. (2008). Validity of the Italian adaptation of the Tinnitus Handicap Inventory; focus on quality of life and psychological distress in tinnitus-sufferers. Acta otorhinolaryngologica italica, 28(3), 126.Tinnitus Handicap Inventory ita
Salviati, M., Bersani, F. S., Terlizzi, S., Melcore, C., Panico, R., Romano, G. F., … & Cianfrone, G. (2014). Tinnitus: clinical experience of the psychosomatic connection. Neuropsychiatric Disease and Treatment, 10, 267.
Szczepek, A., & Mazurek, B. (2017). Tinnitus and Stress. Berlin: Springer International Publishing.
UK, N. G. C. (2020). Evidence review for tinnitus support.
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