Le paure dei bambini
I bambini di ogni età sperimentano delle paure, di molti tipi diversi. Ci sono la paura del buio, la paura della cantina, dei mostri dietro l’armadio, la paura dei cani, dei gatti o dei camion, e molte altre.
Si tratta, per lo più, di reazioni emotive passeggere che spontaneamente si indeboliscono, fino a scomparire, con il passare del tempo; spesso a una paura ne fa seguito un’altra, è raro che si cristallizzino in qualcosa di più stabile, bisognoso di un intervento specialistico.
Cosa possono fare i genitori?
In altri casi, però, il bambino può sviluppare una paura che con il tempo può cristallizzarsi in piccole ossessioni: ad esempio, O’ Connor riporta il caso di un bambino talmente terrorizzato dalla possibilità di vomitare che il solo sentire la parola “vomito” lo precipitava in un abisso di terrore, accompagnato da mal di testa, mal di stomaco e sudori freddi che lo inabilitavano a qualsiasi attività (O’ Connor, 1983).
Pur sottolineando che, in casi severi come quello riportato, l’intervento di uno psicoterapeuta in grado di sbloccare la dinamica disfunzionale del disturbo sia indispensabile, ci sono alcune linee guida che preventivamente possono aiutare i genitori ad aiutare i figli impauriti.
…se chiede rassicurazioni
In alcuni casi i bambini, a fronte di una reazione paurosa, chiedono ripetutamente ai genitori di fornire loro rassicurazione del fatto che non corrono realmente alcun pericolo; in altri casi, lo status di “impaurito” del figlio lo spinge ad evitare una moltitudine di decisioni e di autonomie. Come fa notare Fiorenza (2000), in tali casi è importante evitare di sostituirsi al bambino nelle scelte che competono a lui. A fronte dei dubbi del bambino, inoltre, scelta saggia sarà sottrarsi all’obbligo di rispondere rovesciando la domanda: “Secondo te?”.
…se cerca di non pensare
Molti casi a sfondo fobico/ossessivo sono basati sul tentativo di controllare/reprimere le reazioni di paura. Purtroppo però queste ultime, sfuggendo sempre più al controllo, si avvitano su loro stesse diventando sempre più terrorizzanti, fino al famoso circolo vizioso della paura della paura. In tali casi è prassi degli interventi Brevi Strategici prescrivere ai genitori un rituale quotidiano da svolgere con il piccolo: la peggiore fantasia. Nel caso di O’ Connor, ad esempio, il terapeuta disse al ragazzino che, al momento della prima seduta, la paura di vomitare arrivava quando decideva lei. Per prima cosa, quindi, bisognava imparare a farla venire a comando, senza lasciarle la libertà di decidere. Prescrisse quindi al bambino di sedersi, in un momento prefissato del giorno, nella sua stanza, e per un periodo di tempo prefissato sforzarsi di farsi venire volontariamente la voglia di vomitare. Tale controrituale, strutturato come intervento paradossale, nella grande maggioranza delle volte porta la paura al collasso, rovesciandola su sé stessa.
…se evita
Ultima area di attenzione sono gli evitamenti che il bambino mette in atto. Per “evitamento” si intende il comportamento finalizzato a ridurre al minimo l’esposizione allo stimolo pauroso: non andare in determinati luoghi, spostarsi sull’altro lato della strada per non andare vicino a quel grosso cane, evitare la cantina persino di giorno, ecc. Una volta messe in atto le azioni descritte ai punti 1) e 2), violare gli evitamenti del bambino sarà molto più semplice. E’ necessario però che i genitori, a loro volta, siano in grado di non provare paura eccessiva o, se la provano, di non mostrarla ai figli. Spesso infatti questi ultimi “sentono” l’irrigidimento, il timore del genitore, e facendolo proprio, si impauriscono a loro volta. Al contrario, sarà compito del padre o della madre accompagnare, in modo tranquillo, deciso ma sereno, il piccolo/a al definitivo superamento della propria paura, fino all’avvicinamento fisico, ovviamente in condizioni di sicurezza, alla fine dell’ormai antico terrore.
Bibliografia
Fiorenza, A. (2000). Bambini e ragazzi difficili. Soluzioni a problemi che emergono. Firenze: Ponte alle Grazie.
Nardone, G. & l’Equipe del Centro di Terapia Strategica (2012). Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Firenze: Ponte alle Grazie.
O’ Connor, J. J. (1983). Why can’t I get hives: brief strategic therapy with an obsessional child. Family Process, 22 (201-209).
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