Image

Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

Spesso si tende a pensare che non sia possibile imparare senza consapevolezza. La consapevolezza, quella particolare funzione della mente che permette di avere presente alla mente ciò che sta avvenendo, fuori o dentro di noi. Quando la consapevolezza rivolge il suo potente “fascio di luce”, chiarificatore strumento della ragione, al nostro interno parliamo di coscienza. La coscienza è quindi una delle più recenti acquisizioni della nostra elaborazione mentale, e stabilisce un “dentro” di noi differenziato dal “fuori”; naturalmente è possibile essere consapevoli di entrambi. Ma siamo certi che entrambe siano insostituibili per l’assimilazione di nuovi contenuti ed esperienze?

Consapevolezza e apprendimento muscolare

 

Se pensiamo ai nostri primi apprendimenti motori nella prima infanzia, essi si sono completati senza la benché minima traccia di coscienza, o consapevolezza. Quando mio figlio aveva quattro mesi, mio padre è venuto a trovarci, e siamo usciti a cena. Durante la cena, siccome il piccolo non aveva ancora iniziato la lallazione, ci mettemmo a recitare “ba ba ba ba” di fronte ai suoi occhioni spalancati: alla fine riuscì ad imitarci, divertendoci tutti. Per due settimane, però, non ripeté il suono che pure aveva mostrato, né in presenza mia o di altri. Dopo una quindicina di giorni, spontaneamente ricominciò a “bababare”, senza alcuno stimolo da parte nostra. Francamente non ho idea di come abbia acquisito questo comportamento, né del perché siano trascorse due settimane prima che lo riproponesse, ma sembra che nel processo non ci sia stato niente di consapevole. In effetti, la processualità che ha seguito sembra similare a quella percorsa da alcuni scienziati, nei quali le percezioni di un fenomeno, dopo un periodo di “incubazione e sedimentazione”, maturano una chiarezza tale da poter essere enunciate (Sirigatti et al., 2008).

Consapevolezza e apprendimento verbale

 

Lo stesso vale per l’apprendimento della lingua naturale: esso segue una processionalita’ del tutto inconsapevole (che non significa inintenzionale): l’osservazione degli adulti che parlano, la rielaborazione delle nuove esperienze (che probabilmente avviene durante le lunghe ore di sonno), le prime sillabe sperimentali ed infine l’apprendimento dei nuovi vocaboli si verificano in mancanza di una coscienza (ora ho intenzione di dire X) o di una consapevolezza (ora sto aprendo la mandibola, appoggiando la lingua al palato, ecc.).

Consapevolezza e cambiamento in psicoterapia

 

Nardone e Balbi (2008) hanno specificato la differenza tra apprendimento e cambiamento: mentre il primo è caratterizzato da una progressiva acquisizione di nuove abitudini mentali e/o comportamentali, il secondo punta direttamente alla trasformazione di quanto già esiste. Nelle Terapie Strategiche ed Ipnotiche si punta a quest’ultimo risultato, dapprincipio evitando una eccessiva elaborazione cognitiva (Nardone & Balbi, 2008; Erickson & Rossi, 1982): solo in un secondo momento quanto accaduto potrà essere oggetto di tale rielaborazione, in modo da renderlo replicabile, fornendo alla persona gli strumenti per il mantenimento di tale apprendimento.

Si può quindi notare che la consapevolezza (intesa come una rappresentazione cognitiva degli eventi nel tempo presente), per tutta la prima fase non viene ricercata nè coltivata, diventando invece fondamentale nella seconda fase, quella della stabilizzazione dei risultati. Possiamo quindi dire che essa non è una componente sine qua non del cambiamento, nè dell’apprendimento (Jaynes, 1976).

La nozione della sua importanza capitale risiede, piuttosto, nella “sbornia cognitiva” (Nardone & Balbi, 2008) che ha contagiato un po’ tutte le scienze umane: il controllo del pensiero, in questa ideologia, non ha limiti, e con lui il tentativo di trovare spiegazioni razionali per ogni fenomeno.

 

Con Blaise Pascal, possiamo solo concludere che

L’ultimo passo per la ragione è il riconoscere che ci sono un’infinità di cose che la sorpassano.

 

DOTT. GIACOMO CRIVELLARO, PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
FIRENZE E PARMA

 

Bibliografia

Erickson, M. H. & Rossi, E. L. (1982). Ipnoterapia. Roma: Astrolabio.

Jaynes, J. (1976). Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza. Milano: Adelphi.

Nardone, G. & Balbi, E. (2008). Solcare il mare all’insaputa del cielo. Lezioni sul cambiamento terapeutico e le logiche non ordinarie. Firenze: Ponte alle Grazie.

Sirigatti, S., Stefanile, C., Nardone, G. (2008). Le scoperte e le invenzioni della psicologia. Un viaggio attraverso le ricerche più significative sull’uomo e sul suo agire. Firenze: Ponte alle Grazie.



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


    Lascia il tuo contatto


    Sarai richiamato