Difficoltà a dire “No
Dire di “No” ad una richiesta diretta, ad una richiesta indiretta, o persino al desiderio espresso da un’altra persona, può essere difficile. Dire di “No” implica l’affermare che ciò che si desidera è diverso da ciò che vorrebbe un’altra persona – dire “No” a qualcosa significa, per converso, dire “Sì” a qualcos’altro – e di conseguenza esporsi alle conseguenze (vere o presunte) della propria presa di posizione. La difficoltà a dire di “No” è spesso legata alla paura di tali conseguenze o della natura che possono avere.
L’incapacità di dire di “No”
A volte, però, la difficoltà a dire di “No” diviene una vera e propria incapacità acquisita. Sono situazioni che di norma si accompagnano alla credenza che, nell’eventualità di un diniego, si andrebbe incontro ad un rifiuto relazionale da parte degli altri. La paura del rifiuto conduce così ad accondiscendere ad ogni richiesta, fornendo ulteriore carburante alla sensazione che l’alternativa condurrebbe necessariamente alla perdita della stima e dell’affetto delle persone attorno a sé.
In questo modo però la persona si trova spesso intrappolata in un tunnel senza via d’uscita: non riuscendo a dire “No”, si trova spesso – e controvoglia – a dire “Sì”, ma senza realmente sapere se l’approvazione e l’apprezzamento tanto agognati sono frutto di caratteristiche personali o del ruolo di “yes man o woman” tanto faticosamente interpretato giorno dopo giorno.
Problematiche e disturbi
Se l’incapacità di dire “No” può essere trovata come problematica in sè, nel copione relazionale ampiamente studiato in Terapia Breve Strategica della “Prostituzione Relazionale” (Nardone….Muriana….), possiamo trovarla anche in altri contesti clinici – sebbene in termini numerici più rari.
Relazioni di coppia abusanti. La paura in questi casi non è focalizzata su una astratta ancorchè affettivamente “carica” paura del rifiuto, bensì sulle possibili ritorsioni del partner. Si tratta di relazioni affettivamente o fisicamente abusanti, e la paura è concreta e giustificata dai fatti e dalla natura della relazione.
Storia familiare difficile e/o tormentata. Alcune famiglie hanno un livello di problematicità esteso e diffuso, che può arrivare a colorare tutto lo sviluppo dei bambini che crescono in un ambiente simile. In queste famiglie il figlio/figlia che dimostra più risorse può farsi istintivamente carico dei problemi degli altri membri della famiglia, trovandosi però ripetutamente appesantito da compiti che vanno ben al di là del suo ruolo filiale.
Disturbo borderline. Le persone che soffrono di questa, spesso invalidante, condizione, altrettanto spesso provano una angoscia profonda di perdere persone importanti e punti di riferimento. Possono tentare di scongiurare il rischio della perdita divenendo eccessivamente seduttive o accondiscendenti.
Terapia Breve Strategica
La Terapia Breve Strategica permette di lavorare in ognuna di queste situazioni ottenendo risultati importanti, costruendo una sana capacità di scegliere per sé stessi sostenendo i rischi naturalmente implicati in ogni scelta indipendente. Dopotutto, come accennato, la capacità di dire di “no” è solo l’altro lato della medaglia del dire di “sì” e, come amava affermare Heinz von Foerster con il suo “imperativo etico”:
Agisci sempre in modo da aumentare le tue possibilità di scelta.
Riferimenti Bibliografici
Muriana, E., Verbitz, T. (2021). Le relazioni dipendenti: quando l’altruismo diventa patologico. Roma: Alpes.
Nardone, G., Balbi, E. (2008). Solcare il mare all’insaputa del cielo: lezioni sul cambiamento terapeutico e le logiche non ordinarie. Milano: Ponte alle Grazie.
Articoli Recenti
Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)