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Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

Quando fu approvata la legge n°170, l’otto Ottobre 2010, tripudio e giubilo ne accompagnarono la messa in atto. Essa infatti (cito testualmente) “riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali Disturbi Specifici di Apprendimento” in grado quindi di ricevere specifici supporti all’istruzione dal mondo della scuola, a seguito di una appropriata diagnosi formulata presso i Servizi per l’Infanzia del Sistema Sanitario Nazionale.

A giudicare dai grafici, sia il Sistema Sanitario Nazionale che il mondo della scuola si mostrarono particolarmente pronti a recepire la nuova legislazione. Molto pronti.

Dall’anno scolastico 2010-2011 (all’inizio del quale fu introdotta la Legge) a quello successivo si verificò un sorprendente aumento nel numero di diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Esse crebbero del 24% nella Scuola Primaria, del 39% nella Scuola Secondaria di Primo Grado e di un incredbile 54% nella Scuola Secondaria di Secondo Grado. Avrebbero continuato a crescere anche negli anni successivi (dati Ministero dell’Istruzione).

Siè trattato però di un decennio particolarmente infausto per le difficoltà scolastiche, che sono cresciute un po’ ovunque, spesso con impennate impressionanti. Nella provincia di Vicenza, tanto per portare un esempio, le diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono andate incontro ad una spettacolare crescita del 2874% nel decennio 2003/2013 (dato Ministero dell’Istruzione, Ufficio di Vicenza).

Che cos’è successo?

Fino a pochi anni fa gli alunni che avevano difficoltà scolastiche costituivano un problema educativo. Non imparavano a leggere, scrivere o fare di calcalo correttamente perchè si trovavano davanti a maestre incompetenti, perchè non erano abbastanza seguiti a casa durante lo svolgimento dei compiti, oppure semplicemente perchè, troppo ribelli o svogliati, mal si adattavano al sistema scolastico. La diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento trasforma una mancata performance scolastica, un mancato apprendimento, da problema scolastico a problema sanitario. Quest’ultimo, si ipotizza, è dovuto ad “anomalie nell’elaborazione cognitiva legate in larga misura a qualche tipo di disfunzione biologica” (ICD-10).

In questo modo si sollevano implicitamente le figure educative significative (in primis scuola e famiglia) della responsabilità del successo o dell’insuccesso del percorso scolastico. Trattandosi di una questione sanitaria, infatti, i professionisti della Sanità si prendono carico del problema formulando il piano diagnostico necessario per identificare il “Disturbo”. Gli studi longitudinali mettono altresì in evidenza una desolante carenza di interventi efficaci per il superamento dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, che infatti tendono a cronicizzarsi nell’arco di vita (Lami et al., 2008; Shalev et al., 2000; Shaywitz et al., 1999; Smiths-Engelman et al., 1997).

A chi serve la diagnosi?

La scuola attraversa un periodo di forte crisi. Messa in discussione alle sue fondamenta, terra di frontiera dei flussi migratori, autorità discussa e criticata dalla famiglia e dalla società.

La famiglia, a sua volta, non se la cava tanto bene. I modelli familiari democratico/permissivi che hanno preso il posto di quelli autoritari tra gli anni ’60 e gli anni ’70 hanno mostrato tutti i loro limiti rispetto alla capacità di guidare ed educare le generazioni successive.

Le nuove tecnologie sottopongono i più giovani a maratone sensoriali senza precedenti nella storia dell’uomo, probabilmente modificando (in meglio o in peggio, ai Posteri l’ardua sentenza) i circuiti con cui la cognizione contribuisce a costruire le percezioni e le reazioni alla realtà. In questo scenario, la diagnosi (neuro)psichiatrica toglie alla società, scuola e famiglia in primo luogo, l’onore e l’onere di dare forma ai futuri abitanti del Mondo, gli individui. Quando questi ultimi incontrano difficoltà, soffrono inspiegabilmente, oppure non sviluppano le capacità che ci si aspetta da loro, la diagnosi è pronta, cucita sulla misura di concetti che vogliono i problemi dentro le persone. Mai, interattivamente e sistemicamente, nelle relazioni fra le persone, i gruppi sociali, le istituzioni.

A chi serve la diagnosi? A tutti; a volte, a nessuno.

 

Dott. Giacomo Crivellaro

Psicologo Psicoterapeuta

a Firenze e Parma

 

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[1] http://www.istruzione.it/esame_di_stato/Primo_Ciclo/normativa/allegati/legge170_10.pdf
[2]http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/5a6a1ca2-9464-4cf6-b709-a62cb91b0deb/alunni_dsa.pdf
[3]http://www.istruzionevicenza.it/wordpress/wp-content/uploads/2013/10/Dati-statistici-Anno-scolastico-2013-14.pdf

Lami, L., Palmieri, A., Solimando, M. C. & Pizzoli, C. (2008). Evoluzione del profilo di lettura nella dislessia. Studio longitudinale su un gruppo di dislessici divenuti giovani adulti. Dislessia, 5, 1 (7-17).

Shalev, R. S., Auerbach, J., Manor, O., & Gross-Tsur, V. (2000). Developmental dyscalculia: prevalence and prognosis. European child & adolescent psychiatry, 9(2), S58-S64.

Shaywitz, S. E., Fletcher, J. M., Holahan, J. M., Shneider, A. E., Marchione, K. E., Stuebing, K. K., … & Shaywitz, B. A. (1999). Persistence of dyslexia: The Connecticut longitudinal study at adolescence. Pediatrics, 104(6), 1351-1359.

Smits-Engelsman, B. C., & Van Galen, G. P. (1997). Dysgraphia in children: Lasting psychomotor deficiency or transient developmental delay?. Journal of experimental child psychology, 67(2), 164-184.



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


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