Image

Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

Si parla tanto di tolleranza, comprensione, empatia, comunicazione.

Mi ha sempre affascinato il processo attraverso cui riusciamo a stabilire una comunione

con gli altri, ma ora vorrei parlarvi di ciò che penso accada quando la comunicazione fallisce,

quando la comprensione salta, la tolleranza non trova il suo spazio.

 

Potrei iniziare l’articolo chiedendomi “Cosa sono i pensieri?”. Non sono abbastanza arrogante per farlo, e neanche lontanamente in grado di addentrarmici, dato che le menti più geniali di tutti i tempi si sono cimentate sull’argomento.  Penso però che uno dei modi più nefasti per rappresentarci ciò che pensiamo è quello di dare per scontato che sia qualche cosa che “abbiamo”, che “possediamo”.

Quando diciamo “Ho un’idea!”, utilizziamo implicitamente, per descrivere il processo che chiamiamo ‘idea’, una metafora: ce la rappresentiamo come oggetto, un bene, qualcosa di solido che possiamo in effetti “possedere” o “avere” (Lakoff & Johnson, 1980).

Trasformiamo l’esito di un processo (il processo di pensiero, di osservazione o di ragionamento) in qualcosa che “esiste” e che quindi possiamo “avere”, come se si trattasse di un’entità dotata di un’esistenza autonoma, qualcosa che esiste al di là di noi, e non al contrario il frutto di un nostro processo di costruzione.

Possiamo quindi cercare un gruppo di persone che, come noi, hanno lo stesso bene: come esistono Alfisti e Lancisti (appassionati dell’Alfa Romeo o della Lancia), appartenenti al “Canon Club Italia” (rispetto a, diciamo, quelli che preferiscono la Nikon), vediamo che pensare che le convinzioni siano oggetti dei quali siamo proprietari conduce senza deviazioni all’appartenenza ideologica: abbiamo i “socialisti”, i “costruttivisti”, gli “psicodinamici”, i “repubblicani”, gli “evangelisti”, i “fascisti”, ecc.

 

Qui non sto entrando nel merito di quale idea sia migliore delle altre: sto parlando di una “meta-idea”, di che idea abbiamo, in altre parole, di come siano le idee.

 

Ma, come dicevano i latini, “Omnis determinatio est negatio”, ogni presa di posizione netta conduce alla negazione delle altre, come la famosa (ma non universalmente accettata) legge del “terzo escluso” ci ricorda.

Questo processo, naturalmente, è in certa misura inevitabile. Come riporta Francois Jullien, infatti,

Dal momento in cui incomincia a suonare, il musicista, per quanto dotato, lascia che certi suoni si perdano mentre ne fa avvenire altri.

Una volta pensate e formulate, le nostre idee e opinioni vengono reificate, come abbiamo visto, in “cose” che  possediamo.

È così distante il passo successivo, quello cioè secondo il quale esse, come tutte le proprietà, devono essere difese dalle rapaci mani di chi sta intorno a noi?

E quali sono questi attacchi alla proprietà? Quelli che puntano a modificarla, che minano il suo statuto di verità, e quindi la sua stessa esistenza. Quelli portati avanti da chi la pensa diversamente.

Possiamo quindi dire che le idee possono diventare oggetto di veri e propri attaccamenti, fonte di dolore e conflitto, dato che per dirla con il Buddha:

Quando prevale l’attaccamento il mondo perisce per opera del fuoco.

Essi costruiscono sofferenza perché, da un lato ritardano (spesso indefinitamente) il distacco da idee inutili o dannose; ma anche nelle relazioni con gli altri, pervase dalla difesa di ciò che è nostro, delle nostre opinioni. In questo caso, infatti, può essere verde solo la mia erba o quella del vicino, mai entrambe.
Ecco che diventa sempre più chiara la posizione di colui che, possedendo solo la sua idea, è pronto a tutto per essa (Watzlawick, 1986).

Ed essa fa di lui ciò che vuole; d’altronde ‘fanatico’ deriva dall’antica rappresentazione della divinità come qualcosa che riempie, che possiede l’uomo con la sua sacra potenza. E l’idea, l’oggetto di possesso, diventa il possessore; da prodotto dell’uomo, diventa il suo proprietario; da strumento, il fabbro onnipotente.

Dott. Giacomo Crivellaro
Psicologo Psicoterapeuta
a Firenze e Parma

 

Bibliografia

Jullien, F. (2006). Nutrire la vita, senza aspirare alla felicità. Milano: Raffaello Cortina.

Lakoff, G., & Johnson, M. (1980). Metaphors we live by.  Chicago: University of Chicago Press.

Watzlawick, P. (1986). Di bene in peggio. Istruzioni per un successo catastrofico. Milano: Feltrinelli.

Gnoli, R. (2001, curato da). La rivelazione del Buddha. I testi antichi. Milano: Mondadori.



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


    Lascia il tuo contatto


    Sarai richiamato