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Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

Intrapsichico vs. relazionale

Come fa notare Nardone (2017), la dicotomia individuo/relazione costituisce una annosa diatriba nelle scienze umane, assieme a quella costituzione/cultura. Come facciamo, in altri termini, a diventare chi siamo? Siamo noi a dare forma al mondo che ci circonda o è il contrario? Nasciamo con certe caratteristiche oppure le acquisiamo progressivamente, esistendo nel mondo? E’ probabile, almeno in parte, che si tratti di domande fallate dalla cosiddetta “illusione di alternative”: o bianco o nero, ci dimentichiamo i grigi. E ogni volta che si calzano gli interventi su una delle due polarità, si perdono di vista importanti porzioni di realtà.

Contesto e disturbi mentali

Un ambito in cui si rischia di trascurare l’importanza del contesto, a favore degli aspetti individuali, è sicuramente quello della patologia mentale (Paris, 1992). Da un lato, infatti, utilizzando una prospettiva monadica si isola la persona “disturbata”, ponendo il problema sopra, o meglio dentro di lei: conflitti inconsci, modelli di attaccamento patologici, schemi cognitivi irrazionali, ecc. Dall’altro, alcune prospettive antipsichiatriche sono arrivate a negare l’esistenza della patologia mentale attribuendo al folle l’espressione di problematiche pertinenti alla società nel suo insieme.

Contesto e disturbi di personalità

Tale scontro tesi/antitesi si riscontra anche nella concettualizzazione dei disturbi di personalità (Paris, 1996). Se da un lato vengono enfatizzati gli aspetti intrapsichici e personologici, dall’altro i disturbi di personalità (in particolare il disturbo borderline), al pari di altre problematiche mentali, sono andati incontro ad uno spettacolare aumento con il passaggio dalle società tradizionali a società moderne; come già aveva messo in luce Durkheim con la sua “anomia” delle società, in presenza della quale aumenterebbero contestualmente i tassi di suicidio. Anomia, la mancanza di norme, regole, leggi.

Perchè se da un lato è vero che i traumi relazionali, spalmati negli anni, precipitano l’incidenza di tali disturbi: ma se sono presenti, alternative alla famiglia, altre figure adulte di esempio e attaccamento, ecco che la protezione della società fa la sua parte. Precisamente ciò che manca nelle società disgregate.

Lavoro o non lavoro? Ruoli…

Un esempio di quanto sia importante il contesto di vita sul proprio benessere emotivo è la disoccupazione. Non intendo dire che quest’ultima fa ammalare la personalità, sia chiaro: ogni fattore viene attualmente considerato un fattore di rischio, cioè un fattore in grado di spiegare parte di un fenomeno.

Sembra invece, non sorprendentemente, che avere un lavoro abbia un effetto importante sulla salute mentale (Murphy & Athanasou, 1999). Se trovare lavoro fa stare meglio, perderlo fa sentire peggio; anche se spesso l’effetto della disoccupazione scompare velocemente una volta recuperata una mansione.

A prescindere dalla nazionalità di appartenenza (Artazcoz et al., 2004), non si tratta solo di una questione economica. Senza lavoro manca il senso del tempo speso in vista di uno scopo, le ore scorrono senza fine e senza fini; ogni attimo inattivo rischia di diventare attimo pieno di paura, ossessione e paranoia.

E allora si chiarifica anche la correlazione riscontrata da alcuni tra la velocità dei cambiamenti nelle nostre società e l’incidenza dei disturbi di personalità (Paris, 1996). Meno riusciamo a dare percorsi e direttrici alle nuove generazioni, più queste ultime si trovano a dover gestire livelli di incertezza sempre crescenti…e alcuni non ce la fanno.

Un approccio integrato: strategia, relazione e contesto

Abbiamo quindi visto quanto sia importante il contesto relazionale, lavorativo e sociale non solo nella costruzione del benessere, ma anche della patologia. Il “mondo interno” e il “mondo intorno” non sono poi così separati: sono l’uno in relazione circolare con l’altro. Le nostre esperienze, le nostre relazioni, gli spazi in ci viviamo e le attività che conduciamo si interfacciano con le nostre sensazioni e percezioni più intime; se parliamo del malessere dovuto alla disoccupazione, pensare di cambiare psicologicamente tale malessere senza puntare ad un utilizzo proficuo del proprio tempo e delle proprie energie sarebbe pura illusione. E in tal modo dobbiamo puntare a curare il disturbo mentale.

Prossimamente troverete in questo blog un articolo su un approccio, per così dire, integrato: nel senso che, con i disturbi di personalità, il clinico mai può permettersi di lavorare solo su un aspetto. Dovrà invece, come una sorta di medico internista, specializzarsi nell’unione armonica di diverse prospettive.

Bibliografia

Artazcoz, L., Benach, J., Borrell, C., & Cortès, I. (2004). Unemployment and mental health: understanding the interactions among gender, family roles, and social class. American Journal of public health, 94(1), 82-88.

Haley, J. (1976). Terapie non comuni. Tecniche ipnotiche e terapia della famiglia. Roma: Astrolabio.

Murphy, G. C., & Athanasou, J. A. (1999). The effect of unemployment on mental health. Journal of Occupational and organizational Psychology, 72(1), 83-99.

Nardone, G. (2017). Sette argomenti essenziali per conoscere l’uomo. Firenze: Ponte alle Grazie.

Nardone, G., Balbi, E., Vallarino, A. & Bartoletti, M. (2017). Psicoterapia breve a lungo termine. Trattare con successo anche le psicopatologie maggiori. Firenze: Ponte alle Grazie.

Paris, J. (1992). Social risk factors for borderline personality disorder: A review and hypothesis. The Canadian Journal of Psychiatry, 37(7), 510-515.

Paris, J. (1996). Social factors in the personality disorders. A biopsychosocial approach to etiology and treatment. Cambridge: Cambridge University Press.

http://www.linkiesta.it/it/article/2018/04/28/il-precariato-minaccia-la-salute-mentale-dei-giovani-italiani-e-ora-ne/37903/



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


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