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Avete presente quelle persone che quando si confrontano con qualcuno che la pensa diversamente, ad un certo punto non possono trattenersi dall’inveire e infuriarsi, finendo per perdere completamente il controllo di sè?
Ecco la scena. Si comincia a parlare di qualcosa, di un argomento qualsiasi, che so: politica, immigrazione, la guerra in Iraq, cose così. A prescindere da chi lanci l’argomento, queste cercano di prenderne il controllo, si comportano come se fossero gli unici e i soli che hanno qualcosa di sensato da dire. E se c’è qualche ingenuo che ancora pensa di poter dire la sua, che possa esserci un confronto, il poveraccio si trova subito squalificato, in modo più o meno indiretto. L’altro continua a pontificare, l’ingenuo è messo a tacere, la sua opinione non esiste, pena il costruirsi di un conflitto sempre più acceso.
Immaginiamo poi cosa accade qualora l’ingenuo fosse abbastanza arguto da trovare una falla nel ragionamento dell’altro. Ecco che quest’ultimo si lancia allora in una sempre più accorata ed intellettualmente spericolata invettiva, fino alla completa squalifica dell’altro (non considerato degno di un confronto paritario), e alla sua muta rinuncia alla parola.
Per queste persone il confronto è da evitare perchè confrontarsi con qualcuno implica il considerare, almeno per poco, almeno per un attimo, legittimo il punto di vista dell’altro, anche se diverso dal loro.
Il nostro Dittatore, invece, si considera un ricercatore della Verità (notare la V maiuscola), che in quanto tale non può che essere una e una sola; non sono ammessi dubbi o sfumature.
E’ probabile che si consideri persino un benefattore, colui che porta il Verbo alle povere menti brancolanti nelle nebbie dell’incertezza. Ed ecco spiegata anche la sua reazione rabbiosa: com’è possibile che io mi prodighi a portarti la Verità e tu ancora la neghi? Due possibilità: sei in malafede (cattivo, maligno, ecc.) oppure uno sciocco.
E la dittatura si reifica nella conversazione: il maligno va isolato o punito, lo sciocco educato. Ma tutto nasce dall’idea che esiste un’unica Verità per tutti. Ho già scritto un articolo sul costruttivismo, una corrente filosofica che sostiene l’idea che ognuno costruisce la realtà in cui vive, e che esistono quindi tante realtà quante sono le persone; e sebbene l’idea di un’unica Realtà Vera sia rassicurante, penso davvero che dobbiamo fare il callo all’incertezza di non sapere se ciò che pensiamo sia necessariamente più Vero dell’opinione di un altro.
Allora potremo evitare di diventare a nostra volta Dittatori, nelle conversazioni al bar, in famiglia o sul luogo di lavoro, ricordando il famoso motto di Emile Chartier:
“Nulla è più pericoloso di un’idea, quando è l’unica che abbiamo”
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DOTT. GIACOMO CRIVELLARO, PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
A FIRENZE E PARMA
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