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Giacomo Crivellaro | Psicologo Psicoterapeuta
Terapia Breve Strategica e Ipnosi
Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)

Perfezionismo

 

Il perfezionismo è la tendenza a pretendere costantemente da sé prestazioni coerenti con standard elevati di prestazione o di risultato in ambiti come il lavoro, la scuola o lo sport. Come molte caratteristiche di personalità può arrivare ad avere, nel tracciato di vita di una persona, implicazioni profondamente adattive, come la possibilità di raggiungere importanti risultati sportivi o personali o, al contrario, può sfociare in un senso di fatica fino addirittura a bloccare l’azione che, percepita dall’inizio come imperfetta, viene sabotata ancor prima di nascere. In questi casi il perfezionismo, in un caso emblematico di trasformazione nell’opposto (Watzlawick, 1992), viene a coincidere con un perfetto immobilismo: il timore dell’errore conduce ad un congelamento simile a quello di un soldato resosi improvvisamente conto di trovarsi in un campo minato.

Parliamo quindi di un atteggiamento verso la realtà delle proprie azioni (tendere a perfezionarle continuamente), che in alcuni casi può spingere a costruire una determinata percezione (sono imperfette e di conseguenza di poco valore), che può dare luogo ad una risposta comportamentale (rischiando ulteriori errori rimango fermo, paralizzato dalla paura).

 

Procrastinazione

 

Quando parliamo di procrastinazione ci riferiamo invece alla tendenza, che può arrivare ad avere dei tratti compulsivi, a posticipare in là nel tempo delle attività, dei compiti o delle incombenze. Chi mette in atto questo tipo di comportamento finisce per avere la costante sensazione di essere assediato dalle presenze delle cose non fatte, accumulare ansia e altri stati di tensione psicosomatica e in definitiva fatica ad uscire da questo circolo vizioso, da lui involontariamente creato, che minaccia di inghiottirlo.
Apparentemente, quindi, sembra che la procrastinazione non abbia nulla a che spartire con il perfezionismo, essendo in un certo senso la sua antitesi, la negazione stessa del perfezionismo. Ma, come sostengono alcuni studi (Flett e altri, 1992; Marshall e altri, 2008; Smith e colleghi, 2017), in effetti la procrastinazione può essere un altro modo in cui il perfezionismo finisce per risolversi nel suo opposto. Di fronte all’impossibilità di essere all’altezza dell’ideale perfezionistico, infatti, alcuni possono sentirsi indotti a procrastinare un compito che per loro è un sinonimo di quel confronto che percepiscono perso in partenza. Sicuramente, infatti, una volta conclusa la prestazione che stanno procrastinando potranno scoprire che essa non è stata all’altezza della perfezione (per definizione posta su un piano “altro” rispetto alle umane cose): e allora che motivazione può rimanere, se la speranza stessa di successo è esclusa in partenza, in un gioco le cui stesse regole (obiettivo: perfezione!) la rendono impossibile?
 

Sembra infatti che il perfezionismo sia legato alla procrastinazione soprattutto quando assume la forma peculiare di perfezionismo prescritto dagli altri, definito come la percezione che gli altri si aspettino la propria perfezione (Flett, 1992), costruita in un clima caratterizzato da un livello piuttosto alto di critica esplicita. Può verificarsi in famiglia o al lavoro, dove la qualità del proprio operato è facilmente intercettabile da colleghi o, durante gli studi, dai compagni di corso; il processo (osservo lo sguardo che mi osserva) può assumere velocemente un valenza sociale e interiore al contempo – lo sguardo altrui è percepito presente, anche quando non coscientemente identificato (Muriana e Verbitz, 2017). Gli scenari si sviluppano quindi in due direzioni che non sempre sono alternative, ma a volte persino compresenti: un giudice interno, malevolo e tendente alla condanna, e un giudice esterno, altrettanto pronto, almeno nella percezione, a imputare colpe vere o presunte (Milanese, 2020). La procrastinazione diviene allora un utile sistema per sfuggire ad una trappola, tutta mentale, che si chiude attorno a chi, sfortunatamente, ci si trova intrappolato: permette, infatti, una via di fuga dalla concretezza del proprio operato, che si associa però, istantaneamente, alla percezione del giudizio.

 

Riferimenti bibliografici
Flett, G. L., Blankstein, K. R., Hewitt, P. L., & Koledin, S. (1992). Components of perfectionism and procrastination in college students. Social Behavior and Personality: an international journal20(2), 85-94.

Marshall, K., Forbes, A., Kearns, H., & Gardiner, M. (2008). When a high distinction isn’t good enough: A review of perfectionism and self-handicapping. Australian Educational Researcher35(3), 21-36.

Muriana, E., & Verbitz, T. (2017). Se sei paranoico, non sei mai solo. Dalla diffidenza al delirio paranoico. Roma: Alpes.

Watzlawick, P. (1992). La realta’inventata: contributi al costruttivismo. Feltrinelli.



Giacomo Crivellaro; Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Psicologo Psicoterapeuta a Firenze, Parma e Montevarchi (Valdarno)
Sono Psicologo Psicoterapeuta. Diverse esperienze lavorative in alcuni ambiti della Salute Mentale mi hanno portato ad approfondire la Terapia Breve Strategica, approccio che considero il migliore, in ambito psicoterapeutico e non solo. Sono un curioso impenitente, un critico impietoso (anche verso me stesso, ahimè!) e un lettore accanito. Ricevo come Psicologo Psicoterapeuta libero professionista nei miei studi di Firenze, di Parma e a Montevarchi (AR), dove collaboro con il Centro ABA e Psicoterapia Valdarno della Associazione Vento a Favore, di cui sono socio fondatore. Sono Psicoterapeuta Ufficiale e Ricercatore del Centro di Terapia strategica di Arezzo.


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